Se c’e’ un bilancio positivo nelle quattro regioni del Centro Italia colpite un anno fa dalterremoto e’ quello della solidarieta’. Quella internazionale, mossa anche dalla notorieta’ di un piatto-simbolo come la pasta all’amatriciana, quella dei bartender che per ogni gin tonic venduto nel mondo nella “Amatrice calling week”, lo scorso settembre, hanno devoluto un euro del gestore e un euro del cliente per ogni drink. Inoltre, motore solidale sono state le organizzazioni agricole presenti sui territori. “Abbiamo fatto degli enormi sforzi – dice la Cia- per dare una mano ai colleghi colpiti dal disastro, tutte gli agricoltori delle altre regioni d’Italia hanno dato esempio di grande solidarieta’. Arrivando prima, in alcuni casi, della macchina amministrativa bloccata da una assurda burocrazia”. Tra gli interventi realizzati dalla confederazione agricole, la fornitura di 24 case mobili agli agricoltori sfollati, tre uffici/camper, tonnellate di foraggio agli allevamenti e con l’iniziativa “Kit amatriciana solidale” raccolti fondi per ricostruire l’Istituto Alberghiero di Amatrice. Per Coldiretti ”nelle campagne terremotate e’ partita la piu’ capillare iniziativa di solidarieta’ mai realizzata fino ad ora con la consegna gratuita di 565.260 litri di gasolio alle aziende agricole grazie all’impegno di Coldiretti, Consorzi Agrari d’Italia, Eurocap Petroli e del Consorzio Cooperativo Finanziario per lo Sviluppo, senza alcun contributo pubblico”. Si tratta solo dell’ultimo progetto sostenuto dalla Coldiretti che assieme all’Associazione Italiana Allevatori e ai Consorzi Agrari ha consegnato durante l’anno mangiatoie, mangimi, fieno, carrelli per la mungitura, refrigeratori e generatori di corrente oltre a roulotte, camper e moduli abitativi. Ma hanno avuto rilevanza anche le operazioni “adotta una mucca”, che ha gia’ dato ospitalita’ ad almeno 2000 pecore e mucche sfollate a causa dei crolli delle stalle, e “dona un ballone” di fieno per garantire l’alimentazione del bestiame o la riscoperta dell’antica tradizione sarda agropastorale sarda della “paradura” con la quale vengono offerte in dono una o piu’ pecore a chi cade in disgrazia per risollevarne le sorti che, grazie alla Coldiretti della Sardegna, ha portato in dono ai pastori terremotati di Cascia un maxigregge di quasi mille pecore.