Terremoto, il WWF: “in Campania task force e moratoria edilizia nelle aree a rischio”

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Una moratoria edilizia per le aree a massimo rischio sismico, idrogeologico e vulcanico della regione; l’immediato ritiro della legge campana che prevede il meccanismo dell’acquisizione pubblica per sanare l’abusivismo edilizio che non è rientrato nella condonabilità di ben tre normative nazionali; investimenti per gli adeguamenti antisismici degli edifici pubblici e sgravi fiscali per quelli privati; una task force logistica se necessario anche con l’utilizzo dell’Esercito per eseguire le migliaia di ordinanze esecutive di abbattimento di abusi edilizi le cui sanatorie sono state dichiarate inammissibili; un piano regionale di rinaturalizzazione per restituire il massimo di flessibilità e capacità di adattamento ad un territorio devastato da cemento illegale e pianificazioni urbanistiche sbagliate. E ancora un gruppo di lavoro altamente specializzato per verificare e chiudere le pratiche di condono giacenti in tutti i comuni campani oltre che finanziamenti adeguati per l’attuazione dei piani di assetto idrogeologico già approvati. Sono queste le richieste che il WWF rinnova al governo e alla Regione Campania all’indomani del sisma dell’isola di Ischia.
Chi in queste ore ha sostenuto che l’abusivismo sarebbe una colpa degli ambientalisti purtroppo dimentica che se si fossero ascoltati gli allarmi, gli appelli, le denunce di chi difende l’ambiente, probabilmente, il nostro territorio non sarebbe nelle condizioni in cui è si sarebbero salvate mole vite umane. Se tanti ecomostri illegali e non, sono stati abbattuti e se si è provato a mettere argine al cemento illegale e criminale lo si deve proprio agli ambientalisti: la lotta all’abusivismo è innanzitutto una battaglia culturale dalla quale il WWF non intende arretrare di un millimetro.
I dati sull’abusivismo in Campania riproposti negli ultimi giorni descrivono una situazione diffusa e dilagante: ecco perché sarebbero opportuni approfondimenti dettagliati. Il numero delle pratiche di condono da un lato evidenziano quanto sia dilagante il fenomeno ma, purtroppo, non forniscono elementi quantitativi e qualitativi sulla natura degli abusi. Ad esempio non distinguono quanti siano gli abusi volumetrici (cubature nuove) rispetto a quelli formali (aperture di finestre, cambi di destinazioni d’uso ecc); non distingue tra abusi realizzati su unità abitative, su immobili industriali o artigianali, su strutture turistiche recettive. Elementi fondamentali per definire una strategia di intervento sulle pratiche giacenti e sulla qualità delle abitazioni condonate.
Un punto di partenza fondamentale per avere un quadro puntuale è il ‘certificato d’idoneità statica’ dell’immobile, rilasciato da un tecnico abilitato e depositato presso il Genio Civile, che deve tener conto della situazione vincolistica su cui l’immobile abusivo è stato realizzato. Questi certificati purtroppo non sono quasi mai stati presentati contestualmente alle domande di condono, ma devono essere necessariamente prodotti prima del rilascio della sanatoria. Attraverso una ricerca sui certificati prodotti e su quelli che devono essere ancora presentati si porterebbe arrivare ad un censimento indiretto della staticità di decine di migliaia di immobili oltre che individuare quelli che, pur rientrando nelle passate sanatorie, non sono adeguati dal punto di vista antisismico.

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