Allarme petrolio negli Usa: dopo l’uragano Harvey si attinge dalle riserve strategiche di ‘oro nero’

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Il governo americano ha dovuto fare ricorso alle scorte strategiche di petrolio che si trovano in caverne lungo la costa del Golfo del Messico e che furono create dopo la crisi petrolifera degli anni ’70. Tutto ciò in seguito al vertiginoso rialzo dei prezzi della benzina causati dalla chiusura di molte raffinerie del Texas, stato USA colpito venerdì scorso dall’uragano Harvey; diventata poi una tempesta tropicale ha provocato allagamenti in alcuni casi catastrofici spingendo i prezzi della benzina sopra i due dollari al gallone per la prima volta in due anni. Il dipartimento americano dell’Energia ha annunciato che – su richiesta di tre raffinerie – fino a 4,5 milioni di barili possono essere distribuiti dalle riserve strategiche, pari a 679 milioni di barili di greggio.

Rispetto a un via libera già concesso nei giorni precedenti, l’ammontare è aumentato di 3,5 milioni di barili. Fino a ieri, 10 raffinerie nella regione che si affaccia sul Golfo del Messico, dove tra l’altro si concentra il cuore del settore energetico americano, erano ancora chiuse; sei stavano per riaprire i battenti e quattro stavano lavorando a passo ridotto. Il governo ha approvato la distribuzione di 1 milione di barili di greggio a Phillips 66 (che ha detto che ne userà 700mila), 3 milioni di barili a Marathon Petroleum e 500mila barili a Valero Energy. Il dipartimento stesso ha spiegato che “continuerà a fornire assistenza a seconda delle necessità e continuerà ad analizzare le richieste in arrivo di petrolio delle riserve strategiche nazionali“.

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