Cab Shelter: l’affascinante storia dei rifugi per taxisti londinesi [GALLERY]

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Molto spesso, passeggiando per le vie londinesi, ci si imbatte in curiosi capanni verdi in legno, i Cab Shelter, ossia i rifugi per taxisti. Ma qual è l’affascinante storia che si nasconde dietro la loro costruzione e a cosa servono? Spesso trascurati da residenti e turisti, sono oggi protetti dall’English Heritage e dichiarati di forte rilevanza storica. Costruiti tra il 1875 ed il 1914 per offrire ai taxisti un posto in cui poter avere pasti caldi e bevande, anche se il loro vero scopo era allontanarli dai pub, questi graziosi capanni risalgono all’epoca in cui i taxi erano ancora carrozze trainate da cavalli, i cui guidatori sedevano in cabine aperte. L’idea di realizzarli venne al Capitano Armstrong, ex soldato e direttore del quotidiano Globe, che aveva sede in Fleet Strett. In una fredda giornata invernale del 1875, egli inviò il suo servitore fuori, durante una tempesta, a cercare un taxi, scoprendo che tutti i taxisti si stavano ubriacando nei pub locali, incapaci, dunque, di lavorare. Furioso, fondò, grazie all’aiuto di vari benefattori, il 6 settembre 1875, il Cabmen’s Shelters Fund, esistente ancora oggi, che serve piatti caldi, economici e veri british agli autisti delle black cab, dal costo compreso tra le 5 e le 8 sterline… davvero basso per essere a Londra. In origine erano 61 i rifugi edificati nel raggio di 6 miglia da Charing Cross, contenenti anche libri e quotidiani donati dai benefattori per aiutare i taxisti a trascorrere il tempo, fornendo loro spunti e argomenti di riflessione. Oggi ne sono sopravvissuti solo 13. Gli altri sono andati distrutti durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.

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