La Piramide di Giza, considerata una delle sette meraviglie del mondo antico, ha rappresentato uno degli enigmi per eccellenza della storia dell’umanità. Parliamo di quella che, per oltre 3800 anni, fino a circa il 1300 d.C., anno in cui venne costruita la Cattedrale di Lincoln, in Inghilterra, era ritenuta la più alta struttura artificiale del pianeta. Ora il mistero della sua costruzione si è finalmente risolto, consentendo di rispondere ad interrogativi del tipo: “Come è stato possibile, nell’Età del Bronzo, realizzare un’opera così imponente, alta 147 metri, in un’epoca in cui le tecnologie a disposizione non erano quelle di cui disponiamo oggi?” e “In che modo sono stati trasportati i blocchi di granito pesanti, ciascuno, 2 tonnellate e mezzo, per dar forma alla dimora funebre del faraone Khufu (Cheope in greco)? “…. Interrogativi legittimi, se si pensa che i blocchi provenivano anche dalla lontanissima Aswan, distante oltre 800 km da Giza.
Il mistero è stato risolto grazie al ritrovamento del rotolo di un papiro, scritto da un certo Merer, soprintenente incaricato di coordinare una squadra di 40 operai; unico documento esistente sulla costruzione della Grande Piramide, in cui sono descritte, con dovizia di particolari, le modalità in cui le pietre venivano trasportate verso la Valle da Tura, a 12 km di distanza, oltre che dalla distante Aswan. I lavoratori hanno carciato 170 mila tonnellate di pietra calcarea lungo il Nilo, in barche di legno fatte da tavole artificiali, tenute assieme da corde, attraverso un sistema di canali costruito appositamente, e un porto interno, a pochi metri dalla base della Piramide, in cui venivano formate gigantesche catene di montaggio che hanno contribuito, incessantemente, per quasi 20 anni, alla realizzazione di un’opera così imponente e spettacolare.
Il papiro è stato rinvenuto proprio nel porto marittimo di Wadi Al-Jarf. In un filmato al Daily Mail, l’archeologo statunitense Mark Lenhner, direttore dell’Ancient Egypt Research Associates (Aera) racconta i dettagli della scoperta di un canale sospeso sotto l’altopiano polveroso di Giza. Un altro gruppo di ricercatori, nel documentario, parla della scoperta di una barca cerimoniale che avrebbe dovuto trasportare il defunto nell’aldilà e che, nella struttura, conferma il modello di quella impiegata per trasportare i blocchi di granito. Ma i misteri continuano: un altro team di ricercatori che guida il progetto Scan Pyramids è al lavoro per la realizzazione di una mappa interna della Grande Piramide di Giza, usando la tecnologia laser.