Indonesia, massimo livello di allerta a Bali per l’eruzione del vulcano Agung: è uno dei più violenti del mondo, 75.000 evacuati

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Si sta risvegliando il vulcano Agung, uno dei più violenti del mondo che nel 1963 e’ stato il protagonista di una delle eruzioni piu’ forti del secolo scorso, insieme al vulcano delle Filippine Pinatubo che dopo 600 anni si risvegliò nel 1991 con una spaventosa eruzione. Imponente, con i suoi 3.000 metri di altezza, il vulcano Agungha cominciato a risvegliarsi dall’agosto 2016“, ha detto il vulcanologo Gianfilippo De Astis, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). “E’ cominciata da allora una fase di attivita’ anomala, con tremori che producono segnali sismici peculiari dell’attivita’ dei vulcani: sono segnali molto lunghi, che indicano che il magma si sta muovendo. Sono segnali diversi da quelli dei terremoti“. Poiché i tremori sono delle inconfondibili spie della risalita del magma, il Servizio indonesiano per la gestione dei disastri ha deciso di innalzare l’allerta al livello massimo, il quarto. Sono aumentare anche le emissioni di gas, ha osservato il vulcanologo Piergiorgio Scarlato, sempre dell’Ingv. “E’ molto importante – ha aggiunto – osservare questo insieme di eventi per avere un’idea della massa di magma in risalita“. Molto probabilmente il magma si trova adesso in una zona più superficiale del vulcano. Nell’eruzione cominciata nel febbraio 1963 e conclusa nel gennaio 1964 il vulcano Agung ha dato un’idea di quanto sia capace di fare, sollevando una colonna di ceneri e gas alta fino a 26 mila metri e causando circa 1.500 vittime. Molto visitato dai turisti, “questo vulcano e’ anche un luogo di culto – osserva Scarlatoe sulle pendici e’ facile vedere dei templi; la popolazione ha un rapporto religioso con il vulcano e lo rispetta, non lo avverte come un pericolo ed e’ restia ad allontanarsi dalle case“.

Al momento oltre 75.000 persone hanno abbandonato le loro abitazioni dell’isola di Bali per il rischio dell’eruzione del vulcano Agung. Secondo un portavoce della protezione civile locale, Sutopo Purwo Nugroho, il numero delle persone in fuga continua a salire. Venerdì scorso le autorità del Paese hanno alzato l’allerta al massimo livello. Secondo la Protezione civile indonesiana, 370 centri abitati in un raggio di 12 chilometri dal cratere sono stati svuotati, e gli evacuati sono momentaneamente ospitati da villaggi nelle zone limitrofe e in temporanei centri di accoglienza allestiti presso scuole e municipi. Le autorità continuano a ripetere che non è possibile prevedere la tempistica di un’eventuale eruzione, e che rimane una possibilità che questa non accada. Tuttavia, l’accresciuta attività vulcanica è confermata dalla frequenza dei tremori: solo ieri se ne sono contati 560. Le principali zone turistiche di Kuta e Seminyak, distanti 70 chilometri dal vulcano, non sono in pericolo. Tuttavia, in caso di eruzione l’attività dell’aeroporto di Denpasar potrebbe essere seriamente compromessa, dato che la cenere potrebbe ostacolare gli arrivi e le partenze dallo scalo.

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