E’ stato misurato il primo segnale delle onde gravitazionali dalla rete globale che le ‘ascolta’, formata dall’osservatorio europeo Virgo, che si trova in Italia e al quale il nostro Paese partecipa con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) insieme alla Francia, e dai due rivelatori americani Ligo. Il risultato, che apre una nuova pagina dell’astronomia, e’ stato annunciato dalle due collaborazioni internazionali a Torino, nella conferenza di apertura del G7 Scienza. Il segnale e’ stato rilevato il 14 agosto 2017 ed e’ il primo catturato dai tre rivelatori, che funzionano come un unico strumento potentissimo. E’ stato emesso nei momenti finali della fusione di due buchi neri dalla massa di 31 e 25 volte quella del Sole e distanti fra loro circa 1,8 miliardi di anni luce. La fusione ha generato un unico buco nero da 53 masse solari: cio’ significa che circa tre masse solari sono state convertite in energia sotto forma di onde gravitazionali. Lavorando all’unisono al di la’ dell’oceano, i tre rivelatori permettono anche di localizzare la provenienza delle onde gravitazionali con grande precisione. Ai vertici del triangolo si trovano Virgo, che e’ a Cascina (Pisa) e fa parte dell’Osservatorio Gravitazionale Europeo (Ego), e i due rivelatori di Ligo (Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory) che si trovano negli a Livingston (Louisiana) e a Hanford (Washington).
L’osservazione (GW170814) dei tre rilevatori, prosegue l’ateneo, “e’ stata registrata il 14 agosto alle 10.30.43 Utc e le onde gravitazionali, ovvero le ‘increspature’ del ‘tessuto’ dello spaziotempo, sono state emesse durante i momenti finali della fusione di due buchi neri, con masse rispettivamente di circa 31 e 25 volte la massa del Sole e distanti circa 1,8 miliardi di anni luce: il buco nero cosi’ prodotto ha una massa circa 53 volte quella del Sole”.
Cio’ significa, rivela l’universita’ pisana, che, “durante la coalescenza circa 3 masse solari sono state convertite in energia sotto forma di onde gravitazionali”. Si tratta della quarta rivelazione di onde gravitazionali prodotte dalla fusione di un sistema binario di buchi neri. “Questo nuovo evento – sottolinea l’ateneo – e’ rilevante non solo per l’astrofisica, ma anche perche’ e’ il primo segnale di onda gravitazionale registrato dal rivelatore Virgo, che ha recentemente completato l’aggiornamento della configurazione Advanced Virgo”.
“E’ stato meraviglioso vedere un primo segnale di onde gravitazionali nel nostro nuovo rivelatore, dopo solo due settimane dall’inizio della presa dati”, commenta Jo van den Brand di Nikhef e Vu University Amsterdam, coordinatore della collaborazione di Virgo. “E’ una grande ricompensa dopo tutto il lavoro svolto negli ultimi sei anni per la realizzazione del progetto che ha consentito di potenziare il nostro rivelatore”. Secondo David Shoemaker di Mit, coordinatore della collaborazione scientifica Ligo, “questo e’ solo l’inizio delle osservazioni con la rete globale di interferometri e con il prossimo ciclo di attivita’ osservative, previsto per l’autunno del 2018, possiamo aspettarci rivelazioni di questo tipo ogni settimana o addirittura piu’ spesso”.
Onde gravitazionali, grandi attese per il 2018. I ricercatori: “è solo l’inizio di una nuova storia entusiasmante”
Sono i primissimi passi di un’astronomia completamente nuova, che gia’ nel 2018 potrebbe dare una straordinaria quantita’ di risultati. Ne e’ convinto il coordinatore scientifico della collaborazione americana Ligo (Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory), David Shoemaker, del Massachusetts Institute of Technology (Mit), che ha commentato entusiasta la prima osservazione congiunta delle antenne americane Ligo con l’europea Virgo. “Questo e’ solo l’inizio delle osservazioni con la rete globale di interferometri realizzata grazie al lavoro congiunto di Virgo e Ligo”, ha rilevato, “Con il prossimo ciclo di attivita’ osservative, previsto per l’autunno 2018, possiamo aspettarci – ha concluso – rivelazioni di questo tipo ogni settimana o addirittura piu’ spesso”. Per il coordinatore della collaborazione Virgo, Jo van den Brand, dell’istituto olandese di fisica subatomica (Nikhef) e della Vrije Universiteit di Amsterdam, “e’ stato meraviglioso vedere un primo segnale di onde gravitazionali nel nostro nuovo rivelatore, dopo solo due settimane dall’inizio della presa dati”. Questa, ha osservato, “e’ una grande ricompensa dopo tutto il lavoro svolto negli ultimi sei anni per la realizzazione del progetto Advanced Virgo, che ha consentito di potenziare il nostro rivelatore”.
Onde gravitazionali, Ferroni: “straordinario successo che è anche l’esempio di una collaborazione internazionale virtuosa”
Un esempio virtuoso di collaborazione internazionale: per il presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), Fernando Ferroni, e’ soprattutto questa l’importanza del risultato presentato oggi a Torino, in apertura del G7 Scienza. “La prima rivelazione di un’onda gravitazionale da parte di tutti e tre gli interferometri rappresenta lo straordinario successo di un esempio virtuoso di collaborazione su scala globale”, ha rilevato Ferroni. “E la capacita’ di identificare nel cielo la sorgente – ha aggiunto – marca la nascita della cosiddetta astronomia multimessaggero”. Come Infn, ha osservato ancora, “siamo orgogliosi di Virgo, lo strumento che si trova in Italia e che con il suo determinante contributo rende possibile questa nuova, grande avventura scientifica”.
Onde gravitazionali, il ministro Fedeli: “straordinario traguardo frutto della collaborazione, orgogliosa del contributo dell’Italia”
Un grande motivo di orgoglio per il ruolo dell’Italia nel collaborare a uno straordinario traguardo: cosi’ il ministro per l’Istruzione, l’Universita’ e la Ricerca, Valeria Fedeli, ha commentato la rilevazione del primo segnale delle onde gravitazionali fatta contemporaneamente dai due strumenti americani Ligo e dall’europeo Virgo, al quale l’Italia partecipa con la Francia. “Questo straordinario traguardo della fisica, che oggi al G7 Scienza viene comunicato assieme dalle due collaborazioni Ligo e Virgo, e’ per tutti noi motivo di grande soddisfazione”, ha detto Fedeli. “Innanzitutto – ha proseguito – perche’ testimonia il valore della cooperazione scientifica internazionale, chiave di volta per affrontare le grandi sfide per il progresso della conoscenza, impegnandosi in uno sforzo congiunto e coordinato per raggiungere traguardi ambizioni”. Per Valeria Fedeli “il risultato annunciato sottolinea anche l’importanza di progettare e investire nelle grandi infrastrutture di ricerca globali, che hanno la capacita’ di attrarre e ottimizzare competenze e risorse su scala planetaria”. Come rappresentante istituzionale della ricerca scientifica italiana, ha detto ancora Fedeli, “l’annuncio di oggi e’ per me motivo d’orgoglio per il contributo determinante del nostro Paese, reso possibile grazie al costante lavoro delle nostre ricercatrici e dei nostri ricercatori, coordinati dall’Infn, e dalla capacita’ di innovare della nostra industria. Quello che agli inizi era potuto sembrare a molti un progetto visionario, sta aprendo oggi una nuova epoca per lo studio del nostro universo”.