San Pio da Pietrelcina: il mistero della bilocazione

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San Pio da Pietrelcina utilizzava frequentemente la bilocazione, venendo visto, contemporaneamente, in due luoghi diversi; il più delle volte a distanza di centinaia di chilometri, per alleviare le pene dei sofferenti o per concedere delle grazie a coloro che ne erano veramente degni. Quando era interessato da questo fenomeno, Padre Pio si trovava in luoghi diversi nel medesimo istante e parlava, sentiva e viveva contemporaneamente due esperienze. In un luogo era presente con il corpo; in un altro era operante, assumendo una figura aerea del tutto simile al proprio corpo. In una sua lettera, il frate racconta un episodio: “Giorni fa mi è accaduto un fatto insolito: mentre mi trovavo in coro con fra Anastasio, erano circa le ore 23 del giorno 18 mese scorso, quando mi trovai lontano in una casa signorile, dove il padre moriva, mentre una bimba nasceva.

Mi apparve allora Maria santissima che mi disse: ”Affido a te questa creatura; è una pietra preziosa allo stato grezzo, lavorala, levigala, rendila il più lucente possibile, perché un giorno voglio adornarmene”. “Come sarà possibile se io sono ancora un povero chierico e non so se un giorno avrò la fortuna e la gioia di essere sacerdote? Ed anche se sarò sacerdote, come potrò pensare a questa bimba, essendo io molto lontano da qui?” la Madonna soggiunse: “Non dubitare sarà lei che verrà da te, ma prima la incontrerai in San Pietro”. Dopo di ciò mi sono ritrovato nuovamente in coro”. Parecchi anni dopo, nel 1923, una ragazza si recò a San Giovanni Rotondo e Padre Pio, vedendola, riconobbe che era la bambina nata 18 anni prima e le disse”Io so chi sei. Tu sei nata la notte in cui morì tuo padre”. Il giorno dopo nel confessionale, Padre Pio gli raccontò anche del giorno in cui, l’anno prima, lei si era recata a San Pietro e aveva ricevuto la confessione da un frate cappuccino; quel frate era lui che miracolosamente si era trovato nel confessionale. Fra Agostino, a quell’epoca guardiano del convento, mostrò alla ragazza il manoscritto in cui Padre Pio descriveva perfettamente la notte della sua nascita.

La ragazza, ammirata e convinta della santità di Padre Pio divenne sua figlia spirituale e gli rimase affezionata e devota per tutta la vita. Alcune testimonianze: Un giorno entro in sagrestia un ex capitano dell’esercito e, indicando Padre Pio, esclamò : “Si è proprio lui, ne sono certo”; gli si avvicinò , si inginocchiò e pianse, dicendo: “La ringrazio Padre per avermi salvato la vita” , proseguendo: “ero in guerra e, un giorno, sul campo di battaglia, in un momento più cruente del combattimento, ho visto, a poca distanza da me, un frate che mi incitava ad allontanarmi dalla postazione in cui ero; mi avviai verso di lui e prima di raggiungerlo, nel posto in cui ero prima, scoppiò una grande bomba, provocando addirittura una voragine. Quando mi rigirai per raggiungere il frate e ringraziarlo, non c’era più”. Era Padre Pio che con la sua preveggenza e bilocazione gli aveva salvato la vita. Padre Alberto, uno dei frati conventuali, raccontò che, un giorno, vide Padre Pio fermo davanti alla finestra, fissando il panorama della montagna che aveva di fronte. Padre Alberto gli si avvicinò per baciargli la mano, ma lo colse una sorta di stupore nel notare un certo irrigidimento della mano del suo confratello, sentendogli pronunciare chiaramente la formula dell’assoluzione per i moribondi.”  Quando Padre Pio si riprese, confermò di non aver avvertito la presenza di Padre Alberto.

Lo stupore divenne più forte, ma chiarì l’atteggiamento di padre Pio quando, pochi giorni dopo, arrivò da Torino un telegramma, col quale si ringrazi il Padre Superiore per aver dato a Padre Pio la possibilità di assistere una persona in punto di morte. Questo telegramma era la prova che l’agonizzante, assistito da Padre Pio, era deceduto in quello stesso istante in cui il frate, pur restando a San Giovanni Rotondo, aveva pronunciato le parole di assoluzione. ovviamente il Superiore del convento non aveva mai inviato Padre Pio a Torino, perché si era portato in bilocazione. Altro episodio è datato 1951 in Cecoslovacchia: Padre Pio è in bilocazione a celebrar Messa nella Cappella di un monastero di suore; dopo la celebrazione, le suore vanno in sacrestia per offrirgli una tazza di caffè e per ringraziarlo per la sua visita a sorpresa, ma di Padre Pio nessuna traccia; a questo punto anche le suore capirono che Padre Pio si era recato da loro in bilocazione. Un caso di bilocazione accade anche al generale Cadorna, che sta vivendo un forte stato di depressione, dopo la sconfitta di Caporetto, nella prima guerra mondiale. Egli vuole suicidarsi tanto che, una sera, rientrato nel suo appartamento, ordina di non lasciars passare nessuno. Entrato in camera, tira fuori la pistola ma, mentre la sta per puntare in testa, sente una voce che lo riporta in sé, invitandolo a non commettere quella sciocchezza. Quella voce è di un Frate cappuccino, presente nella stanza ma il suo attendente afferma di non aver visto passsare nessuno. Qualche anno dopo, Cadorna lesse sui giornali che un certo Frate a San Giovanni Rotondo compiva miracoli. Raggiunto il paesino del Gargano in anonimato , faccia a faccia con il frate dei miracoli, riconobbe subito che il frate cappuccino di quella fatidica sera, che gli impediì di suicidarsi, era proprio Padre Pio, il quale, avvicinatosi, gli mormorò sottovoce “L’abbiamo scampata bella quella sera, eh generale? … “.

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