Il terremoto di magnitudo 7.1 che ieri fatto tremare il Messico è stato 30 volte meno energetico rispetto al sisma magnitudo 8.2 verificatosi lo scorso 8 settembre.
“Il terremoto di ieri è stato 30 volte meno energetico del precedente: ha avuto – spiega il presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Carlo Doglioni – una rottura su un piano che ha mosso un’area piu’ ridotta, pari a circa 1.000 chilometri quadrati. Pero’ fa parte dello stesso sistema di deformazione: e’ dovuto al movimento del Centro America, che si sta spostando sopra l’Oceano Pacifico di 7-8 centimetri all’anno. Questo fenomeno di subduzione e’ legato anche al magmatismo, tanto che ieri si e’ attivata anche un’eruzione di un vulcano li’ vicino“.
L’evento di ieri si è verificato ad “una profondita’ elevata, che stimiamo al di sotto dei 50 chilometri“, spiega il sismologo INGV Alessandro Amato. “Questa e’ un’evenienza piuttosto rara: l’ultimo precedente in Messico risale agli anni Novanta“.