Uragani: etimologia, formazione e classificazioni

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Prima Harvey, che ha devastato Houston, poi Irma che i meteorologi definiscono il più potente uragano atlantico mai registrato. Il termine uragano è stato coniato dal National Urrican Center e, secondo alcuni, deriverebbe dal caraibico Hurican, Dio del Male, nonostante altri sostengano che provenga da Hunraken, Dio della tempesta per gli antichi Maya. Gli uragani sono, in parole povere, i cicloni tropicali che si formano tra Caraibi, Stati Uniti e Australia. Essi prendono il nome di tifoni quando gravitano tra l’Oceano Indiano e il Mar Cinese mentre si parla di cicloni extratropicali in riferimento ai cicloni che si generano al di là dei tropici.

Gli uragani si formano in zone di bassa pressione, dove la temperatura dell’acqua è superiore ai 26°C…. condizioni, queste, in cui si crea un grande vortice con al centro una sorta di imbuto circoscritto da forti correnti che si avvitano a spirale e che portano aria umida ad alta quota. Man mano che il vortice cresce, l’aria umida condensa e si trasforma in pioggia, cedendo calore che va ad alimentare ulteriormente il fenomeno. Quando si sposta su terraferma, l’uragano si esaurisce conservando comunque l’energia per devastare le città che si distendono lungo la costa. Un uragano è formato da un imbuto centrale, detto “occhio del ciclone” di diametro massimo di 30 km, con all’interno una situazione apparentemente quieta, senza nuvole. La zona circostante, che può arrivare a 500 km, è quella che origina disastri e in cui i venti possono superare anche 200 km/h. La cosa è la parte terminale, in cui le raffiche di vento sono più deboli, andando verso esaurimento, ma non è escluso che possa creare problemi.

Come sono classificati gli uragani? Un uragano, in base alla viene classificato, seguendo la scala Saffir-Simpson, studiata e realizzata dall’ingegner Herb Saffir e dal metereologo Bob Simpson, nel 1969. Tale sistema di valutazione, basato sull’intensità corrente dell’uragano, è utilizzata per fornire una sima di danni potenziali ai beni (danni minimi, moderati, intensi, estremi e catastrofici) ed una previsione delle inondazioni, lungo la costa, conseguenti all’avvicinarsi del fenomeno sulla terra. Cinque sono le categorie:

CATEGORIA 1 : Raffiche a km/h 119-153 con danni tutto sommato limitati a barche, alberi, strutture mobili, insegne, tetti. Possono osservarsi limitate inondazioni nelle zone costiere, con risalite non oltre l’altezza di un metro e mezzo;

CATEGORIA 2: Raffiche a km/h 154/177 con danni di una certa rilevanza ad alberi e strutture mobili; danneggiamenti di lieve entità anche agli immobili (finestre, antenne, tetti); le barche rompono gli ormeggi. Nelle zone costiere si possono osservare, a partire da 2-4 ore prima del landfall, inondazioni con acque fino a 2,5 metri oltre il livello medio. Può richiedersi l’evacuazione dei residenti delle zone costiere più basse;

CATEGORIA 3: Raffiche a km/h 178-208; con grandi alberi abbattuti, distruzione di strutture mobili, danni di una certa rilevanza alle case. Le basse zone costiere vengono interessate, 3/5 ore prima dell’approssimarsi del centro del ciclone, da inondazioni con acqua fino a 4 metri oltre il normale livello. Richiede l’evacuazione dei residenti delle zone costiere;

CATEGORIA 4: Raffiche a km/h 209-251 con gravi danni agli edifici (tetto e muri portanti); alberi, cespugli, insegne e cartelli stradali vengono abbattuti. Le inondazioni delle aree costiere possono presentarsi anche 5 ore prima del landfall del centro del ciclone, raggiungendo altezze prossime a 6 metri oltre il livello medio. Evacuazioni dei residenti delle zone costiere;

CATEGORIA 5: Raffiche ad oltre km/h 252 con danni gravissimi agli edifici, che possono anche portare al loro abbattimento; completa distruzione di tutte le strutture mobili e completo abbattimento di alberi, insegne, cartelli stradali. Estese inondazioni nelle zone costiere, che possono superare l’altezza di 6 metri oltre il livello normale; si richiede perciò l’evacuazione massiva di tutti i residenti delle zone costiere.

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