“Ben 10 delle 63 faggete europee iscritte al Patrimonio dell’Umanità nel sito seriale transnazionale ricadono in Italia. Nel nostro Paese, infatti, sono presenti i faggi più vecchi d’Europa (600 anni), con un patrimonio diffuso sul territorio nazionale di alberi vetusti che superano 400-500 anni di età. Questi alberi così antichi si trovano nelle faggete del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Le faggete italiane si distinguono a livello europeo anche per ospitare faggi tra i più alti d’Europa (45-50 m di altezza), e per essere tra le faggete a maggior biodiversità arborea”. Lo ha affermato Cinzia Sulli, Responsabile del Servizio Scientifico del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio, Molise, alla vigilia dell’importante XXV Convention Nazionale delle Guide Ambientali Escursionistiche AIGAE che si svolgerà dal 25 al 29 Ottobre a Civitella Alfedena in provincia de L’Aquila.
“Naturalmente queste foreste ospitano anche specie appartenenti alla grande fauna come l’Orso marsicano, il lupo, cervi e caprioli, varie specie di Mustelidi (martora, faina ecc.), il rarissimo gatto selvatico. In questo periodo dell’anno infine le faggete sono uno spettacolo paesaggistico unico grazie al foliage che accende questi boschi con colori – ha continuato Sulli – che vanno dal rosso acceso di alcuni aceri al ruggine dei faggi veri e propri al giallo di altre specie arboree creando un contrasto spettacolare con il cielo azzurro che le sovrasta”. C’è ora la grande opportunità di vedere tutto questo, filmare, ammirare le faggete Patrimonio Unesco ed imbattersi nell’Orso Marsicano.
“In questa rete transnazionale, a fianco del valore naturale, il faggio rappresenta una specie dall’alto valore simbolico e culturale, storicamente legata allo sviluppo dei popoli europei (l’etimologia del nome si riferisce ai frutti eduli, “phagein” ossia “mangiare” in greco; in inglese e tedesco “beech” e “buchen” si riferiscono alla parola “book”). Il faggio, con la sua ampia distribuzione, copre larga parte del territorio europeo, divenendo così un ecosistema dal valore simbolico per le politiche ambientali transnazionali. A livello locale, l’alto valore simbolico – ha continuato Sulli – storico e culturale di queste foreste è testimoniato dall’importanza a loro riconosciuta dalle popolazioni locali, che le hanno rispettate e conservate anche attraverso periodi storici meno fortunati (p.e. due guerre mondiali) e climatiche, fino a consegnarle a noi. Non a caso, tra i siti italiani proposti ricadono il più antico Parco Nazionale d’Italia (PN Abruzzo) e la prima Riserva Integrale d’Italia (Sasso Fratino nel PN Foreste Casentinesi, istituita nel 1959). All’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise sono stati individuati 5 nuclei di faggeta per una superficie complessiva di 937 ettari, afferenti ai demani Civici di Villavallelonga (valle Cervara), Lecce nei Marsi (Moricento), Pescasseroli (Coppo del Principe e Coppo del Morto), Opi (Cacciagrande). Tutti i siti ricadono all’interno di aree individuate come Riserva Integrale nella pianificazione della Legge 394/91 “Legge Quadro sulle Aree Protette” (corrispondenti alla categoria I dell’Unione internazionale per la conservazione della natura); I singoli siti si sviluppano in ambiente montano su calcari del mesozoico (ad eccezione della faggeta di Val Fondillo che poggia su Dolomia risalente al Lias inferiore). Le faggete candidate ospitano i faggi più antichi dell’emisfero settentrionale (560 anni) e la faggeta della Val Cervara è, attualmente, l’unico esempio conosciuto di foresta primaria in Italia; Caratteristiche rilevanti di queste faggete sono l’elevato valore di necromassa, la struttura disetanea, l’assenza di interventi antropici, un livello complessivo di biodiversità elevato in funzione proprio della loro alta naturalità, la presenza di specie rare e caratterizzanti i siti complessi e di elevata naturalità”.