Un viaggio appassionato nella storia più antica della città, che deve riappropriarsi dei propri luoghi e delle proprie radici identitarie. Il Festival d’Autunno, diretto da Antonietta Santacroce, ha offerto l’occasione di esplorare da vicino un autentico “tesoro” tutto da scoprire come il Museo Archeologico e Numismatico March di Catanzaro, ospitato nella pregevole Villa Margherita e oggetto lo scorso anno di un intervento di riqualificazione programmato dalla Provincia. Insieme all’archeologo Alessandro Russo, che ha curato il restauro ed il nuovo allestimento della più antica istituzione museale calabrese aperta nel lontano 1879, i visitatori hanno potuto vivere un interessante percorso tra le diverse testimonianze, frutto di importanti ricerche archeologiche che meritano di essere maggiormente valorizzate e conosciute, in primis, dagli stessi catanzaresi. Un’iniziativa che ha chiuso in maniera ideale la sezione “La Calabria al centro” del Festival d’Autunno e che, riallacciandosi ai precedenti appuntamenti, ha contribuito a mettere in rilievo, valorizzare e divulgare le bellezze artistiche, archeologiche e storiche della Calabria spesso dimenticate.
La dotazione del March è caratterizzata da una ricca collezione che parte dall’età preistorica (del ferro in particolare), snodandosi attraverso quella magno greca e romana, attraverso reperti storici variegati provenienti da scavi nella provincia di Catanzaro, ma anche da scambi con archeologi del nord Europa avvenuti all’inizio del ‘900. Molto ricca è la raccolta di materiale archeologico preistorico e protostorico – con reperti arrivati anche dall’America Latina e dall’Australia – formatasi in parte dalle acquisizioni di collezioni private costituitesi alla fine del XIX secolo con materiale rinvenuto da scavi e rinvenimenti sporadici nelle aree di Crichi e Tiriolo. Testimonianze che, nel corso delle diverse epoche, dimostrano come le comunità dell’istmo di Catanzaro fossero benestanti e al centro di importanti scambi commerciali e culturali. Particolarmente numerosa è inoltre la raccolta di monete antiche (oltre 8mila), che va dal periodo greco sino all’età moderna.
«Grazie all’appassionante visita guidata dall’archeologo Alessandro Russo – ha commentato Antonietta Santacroce – i partecipanti hanno avuto l’opportunità di appassionarsi alla storia di Catanzaro e provincia attraverso la presentazione dei numerosi reperti del museo, che hanno suscitato il vivo interesse dei partecipanti: archeologi, architetti, appassionati d’arte ma anche turisti olandesi e inglesi, che hanno affollato il museo, che in realtà, per la qualità del l’allestimento, meriterebbe di essere sempre frequentato come oggi. Ritengo che la riscoperta dei luoghi della nostra storia e della nostra memoria, percorsa dal Festival in questi mesi, parallelamente ai grandi eventi musicali, possa rappresentare, non solo la strada necessaria per veicolare la conoscenza delle nostre origini tra le nuove generazioni ,ma soprattutto un traino importante per lo sviluppo culturale e turistico del territorio».
“La ricerca archeologica a Catanzaro”, questo il titolo dell’evento, è stato il penultimo appuntamento della XV edizione del Festival d’Autunno che si concluderà il prossimo 17 novembre al Teatro Politeama con lo straordinario concerto di Vinicio Capossela. L’artista farà tappa nel capoluogo con il tour “Ombre nell’inverno”, già sold out in diverse città italiane. Per l’acquisto del biglietto è possibile rivolgersi alle prevendite abituali sparse in tutta la Calabria, sul sito del Festival e sul circuito Ticketone.