“Le aree costiere italiane stanno soffrendo. Ben 1534 chilometri di costa sono in forte erosione costiera e addirittura su 669 chilometri ci sono edifici e costruzioni a rischio”: lo ha dichiarato oggi, Gilberto Pambianchi, Presidente Nazionale dei Geomorfologi Italiani, intervenendo a Gaeta, presso il Palazzo della Cultura alla Terza Giornata Nazionale sull’Economia del Mare, dall’Unione Stampa Sportiva Italiana, dalla Camera di Commercio di Latina, dal Comune di Gaeta, dall’Azienda Speciale per l’Economia del mare. Presenti tutti i leader della nautica, importanti operatori del settore marittimo, istituzioni nazionali e locali.
Forte l’allarme lanciato da Pambianchi
“Durante il boom economico – ha proseguito Pambianchi – abbiamo messo a dura prova i bacini idrografici. Oggi dall’entroterra non arriva più materiale a mare. L’equilibrio delle coste dipende anche dall’arrivo dei sentimenti. Invece non abbiamo fatto altro che togliere materiale ai fiumi,durante il boom economico.
L’equilibrio delle coste dipende anche dall’arrivo dei sedimenti. Dall’entroterra non arriva più materiale a mare. I bacini idrografici, ad esempio il Po, sono stati molto sfruttati, non abbiamo fatto altro che togliere materiale ai fiumi durante il boom economico. Sappiamo cosa fare per intervenire in questi contesti ma dobbiamo restituire sedimenti al mare. Dobbiamo programmare un attento sfruttamento delle aree interne. Per fare questo occorre in Italia la carta geomorfologica la cui base è la cartografia geologica. In Italia, ad oggi, abbiamo la cartografia geologica realizzata solo per il 40 per cento e addirittura quella geomorfologica al 5 per cento. Questa è la situazione oggi in Italia”.
Rete delle Professioni grande opportunità
“Dobbiamo riprendere le norme di Madre Terra e progettare in armonia con le norme della Terra. C’è un esercito di professionisti in Italia tra geologi – ha dichiarato Serena Pellegrino, Vice Presidente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati – architetti, urbanisti che sono disponibili per fare la fotografia dello stato del nostro patrimonio ambientale che deve essere rimesso al centro del dibattito. Oggi ad esempio abbiamo abbandonato il progetto del Paesaggio. La piattaforma delle Reti delle Professioni che mette insieme tali professionalità esiste già in Italia e potrebbe essere messa a disposizione dei Ministeri”.