Arrivano le stelle cadenti d’autunno, le Orionidi, conosciute con questo nome in quanto le scie luminose si aprono a ventaglio in una regione a Nord della seconda stella più luminosa della costellazione di Orione. Durante la seconda metà del mese di ottobre sono le assolute protagoniste, associate alla Cometa di Halley: per osservare quest’ultima dovremo aspettare il 2061, quindi ciò che osserveremo sono i detriti della cometa, una scia di polvere cosmica che vagabonda per il Sistema Solare. Lo sciame si produce ogni anno nel momento in cui l’orbita terrestre incrocia la scia di polveri lasciata dal passaggio della cometa. Il radiante è individuabile a est nella costellazione di Orione, ai confini con i Gemelli. Nonostante rimangano visibili dal 2 ottobre al 7 novembre, il picco è previsto tra il 21 e il 22 ottobre con circa 20 meteore l’ora. L’osservazione sarà agevole, a causa dell’assenza di luce lunare. Il momento di migliore visibilità sarà dopo la mezzanotte, quando il radiante (la zona di Orione ai confini con le stelle dei Gemelli a nord della stella Betelgeuse) salirà alto sull’orizzonte. Bisognerà attendere il culmine della notte, quando le costellazioni sono più alte nel cielo e la Terra incontra la parte più consistente del flusso di polveri lasciate dalle comete.
Una pioggia di stelle cadenti
Le stelle cadenti residui dei passaggi della Cometa di Halley daranno vita ad una luminosa pioggia, ma per osservare la Cometa stessa dovremo aspettare il 2061: ciò che osserveremo nei prossimi giorni sono i detriti, una scia di polvere cosmica che vagabonda per il Sistema Solare. La Terra in questi giorni attraversa i resti della cometa. Avremo quindi il privilegio di assistere ad una pioggia di meteore, uno sciame meteorico per il quale non sarà necessaria alcuna attrezzatura particolare.
Le comete sono avanzi della creazione del Sistema Solare composte prevalentemente di ghiaccio: prima o poi tutte tendono a disgregarsi in sciami, e la Cometa di Halley ha già iniziato questo processo. Queste piccole particelle, per lo più di dimensioni variabili da granelli di sabbia a poco più, rimangono lungo l’orbita della cometa originaria, creando un fiume di detriti nello spazio. Nel caso della cometa di Halley, che probabilmente ha percorso il suo giro molte centinaia, se non migliaia di volte, la sua scia di detriti è stata distribuita più o meno uniformemente lungo tutta la sua orbita. Quando questi frammenti di cometa entrano in collisione con la Terra, l’attrito con la nostra atmosfera produce l’effetto incantevole delle “stelle cadenti”.