Incendi Lombardia: 60 ettari di bosco in fumo in 7 giorni a Varese, Lipu chiede lo stop alla caccia

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Aumentano gli ettari di bosco divorati giorno dopo giorno dalle fiamme nel Parco regionale Campo dei Fiori, in provincia di Varese: le fiamme si sono portate via, fino ad oggi, oltre 60 ettari di bosco, per quello che Giuseppe Barra, presidente dell’ente definisce “il peggior incendio nella storia del Parco“.”In uno scenario apocalittico in cui si può solo immaginare la fuga di tanti animali in preda al terrore, Lipu, unendosi alla richiesta della Comunità montana Valli del Verbano, chiede ora una tregua per la fauna selvatica già stremata dal fuoco, sospendendo l’attività venatoria nelle zone limitrofe“, si spiega in una nota. “Un incendio di queste proporzioni – afferma Gianfranco Gorla, delegato della Lipu di Varese – costituisce una situazione drammatica per un’area naturale di fondamentale interesse per il suo patrimonio boschivo, ricco di querce, castagni, abeti, tigli, frassini, faggi e aceri montani, e che rappresenta l’habitat per una varietà di rapaci, tra cui nibbio bruno, falco pecchiaiolo, poiana, sparviero, falco pellegrino, e inoltre i pipistrelli, presenti in varie specie nelle numerose grotte, e altri mammiferi, come cervi, volpi, tassi, caprioli“. “Roghi quasi sempre di origine dolosa, favoriti dalla perdurante siccità e dal vento dei giorni scorsi. In più, ad aggravare la situazione, le previsioni meteorologiche, che per i prossimi giorni non prevedono cambiamenti significativi“. “Nella speranza che i responsabili di queste devastazioni possano venir assicurati alla giustizia e che la situazione torni sotto controllo – conclude Gorla – ci appelliamo all’amministrazione regionale affinché metta in atto i provvedimenti necessari a tutelare la fauna selvatica e gli ambienti naturali, sospendendo la stagione venatoria, che già non avrebbe neppure dovuto essere aperta date le condizioni di stress ambientale che perdurano da ormai tutta l’estate”.”La Lipu ringrazia i vigili del fuoco, che instancabili giorno e notte presidiano i punti più critici, come la vetta del massiccio, dove, circondato da un’abetaia, sorge l’Osservatorio astronomico, e inoltre il personale del Parco, la protezione civile, i carabinieri forestali, i numerosi volontari e tutti coloro che, con un’attività incessante, hanno trascorso intere nottate in prima linea o al campo base a presidiare da lontano il fronte del fuoco“.

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