La notizia della famiglia di cinque persone finita in ospedale a causa di intossicazione da Mandragora ha campeggiato su tutte le testate giornalistiche online e cartacee nazionali degli ultimi due giorni.
L’allerta resta alta soprattutto dopo il ritiro dai supermercati di un lotto di spinaci millefoglie surgelati Bonduelle per “sospetta presenza di foglie di mandragora”, avvenuto nella giornata di ieri.
I sintomi che preannunciano l’intossicazione dell’erba velenosa sono molteplici: si va da nausea, vomito, problemi intestinali, secchezza delle fauci e difficoltà a urinare per intossicazioni leggere, fino ad allucinazioni, delirio e tachicardia per le condizioni più gravi.
Non sono mancati i casi di morte per sospetto da avvelenamento.
“Le proprietà farmacologiche della pianta -si legge tra le pagine del libro Neuropathology of Drug Addictions and Substance Misuse – erano note fin dall’antichità. Tute le sue parti sono velenose, e contengono alcaloidi come scopolamina, atropine e ioscina. La pianta era usata a scopo lenitivo, analgesico, anestetico e afrodisiaco, ma anche per le proprietà allucinogene. Ci sono diversi report di avvelenamento accidentale per la sua grande somiglianza con altre piante comuni e commestibili, come alcuni tipi di lattuga, o per il consumo da parte dei bambini delle sue bacche”.