Milano prima città in Italia contro l’AIDS: l’efficienza dei nuovi strumenti, prep e test salivale

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La Lombardia detiene il triste primato del più alto numero complessivo di casi di Hiv tra le regioni italiane. In base agli ultimi dati disponibili, circa 1/3 dei casi totali italiani (circa 23mila) sono stati diagnosticati in Lombardia, metà dei quali nell’area metropolitana di Milano. Ma il capoluogo lombardo nel 2015 deteneva anche il primato di maggior numero di nuove infezioni da HIV, sei per 100mila abitanti italiani e 20 per 100mila abitanti stranieri.

“Il Comune di Milano ha deciso di far parte delle Fast Track Cities – spiega la Prof.ssa Antonella D’Arminio Monforte – firmando entro l’1 dicembre la Dichiarazione di Parigi: con questa iniziativa, lanciata dallo IAPAC, International Association of Providers of AIDS Care, città e amministrazioni si impegnano di combattere l’AIDS con l’obiettivo di raggiungere l’obiettivo 90-90-90 entro il 2020 e il 95-95-95 entro il 2025. In altri termini, si impegnano ad azzerare il numero di nuove infezioni in città. Tra le iniziative in programma, le associazioni che operano nel Comune di Milano, con il supporto di Simit Lombardia, apriranno a breve un punto di accoglienza, vicino alle zone della movida e aperto anche di sera. In questo modo si potranno fare counseling e test veloci. Maggiore prevenzione, maggiore informazione e maggiore controllo: questi gli obiettivi di questa firma. In programma anche iniziative nelle scuole e nelle piazze”. 

L’APPUNTAMENTO –  La 16th European AIDS Conference, a Milano sino al 27 ottobre, è un’importante occasione per sottolineare la necessità di riservare a HIV-AIDS, in Italia e nel mondo, l’attenzione egli interventi necessari. Per la seconda volta a Milano, a sottolineare il ruolo di questa città, la più colpita in Italia dall’epidemia, nella lotta contro l’AIDS anche sul piano scientifico, il congresso vede la partecipazione di delegazioni di ricercatori e clinici da tutta Europa e da molti Paesi extraeuropei. Vari qualificati contributi scientifici verranno  presentati da Soci di SIMIT, Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali,

Il congresso Europeo cade negli stessi giorni in cui il Piano Nazionale per l’AIDS predisposto dal Ministero della Salute viene discusso ed auspicabilmente licenziato nella Conferenza Stato-Regioni.

LA SITUAZIONE IN EUROPA – Il numero di nuove infezioni è molto costante, ma i flussi migratori potrebbero nuovamente provocare un aumento di casi. Nell’Europa dell’Est c’è un’epidemia “deflagrante” soprattutto legata alla tossicodipendenza: Russia in primo luogo, ma anche Romania, Bulgaria e Ucraina, presentano un tasso elevatissimo di tossicodipendenti per via endovenosa. Questi sono i primi responsabili del propagarsi dell’infezione nel Vecchio Continente. Discorso più contenuto per l’Europa dell’Ovest, dove la prima causa dell’infezione sono i maschi che fanno sesso con maschi.

IL CONTRIBUTO DELL’ITALIA, TRA FONDI E RICERCA – “Purtroppo l’entità del finanziamento pubblico per la ricerca è pari allo zero. I passi in avanti che si stanno facendo sono dovuti solo al contributo di privati – accusa la Prof.ssa Antonella D’Arminio Monforte, Presidente del Congresso EACS e Direttore della Clinica Malattie Infettive e Tropicali del dipartimento di Scienza della salute dell’ASST-Polo universitario Santi Paolo e Carlo di Milano Eppure i ricercatori italiani, molto spesso collocati professionalmente all’Estero, offrono un preziosissimo contributo alla ricerca mondiale. Purtroppo in Italia si pensa che l’AIDS non faccia più morti, che non sia più notizia. E ci si sbaglia”.

I NUOVI STRUMENTI DELLA LOTTA CONTRO L’HIV: PREP E TEST SALIVALE – Arriva anche in Italia la Prep, profilassi pre-esposizione, un intervento farmacologico preventivo utile a evitare un contagio nelle persone ad alto rischio. In Europa il farmaco per metterla in campo c’è, ma in Italia l’acquisto è possibile solo online. Una opportunità che, talvolta, si può tradurre in  ulteriore rischio, quando questo strumento lo si usa in maniera non congrua.

“E’ chiaro che l’incognita dello status infettivologico del partner – spiega il Prof. Giovanni Di Perri, Professore Ordinario di malattie Infettive, Università degli Studi di Torino, e consigliere SIMITè qualcosa che ognuno affronta come ritiene meglio opportuno. Ma proteggersi dall’HIV non significa che non si possano acquisire altri virus, come quelli della sifilide e della gonorrea. Quello della Prep è un territorio poco sviluppato in Italia, ma sta prendendo sempre più piede. Occorre però una maggiore informazione, perché non può sostituire il preservativo in fatto di annullamento del rischio dalle malattie infettive”.

Un ultimo appunto anche sul test salivale: i risultati sono molto vicini a quelli prodotti dal test ematico. E’ uno strumento considerato sicuramente valido, ma gli specialisti consigliano comunque di effettuare il test tramite prelievo di sangue.

HIV E HCV – Per i pazienti coinfetti HIV e HCV esiste la grande opportunità dell’eliminazione di HCV attraverso i nuovi farmaci ad azione diretta contro questo virus, che garantiscono il risultato in più del 95% dei trattati. Inoltre, questi farmaci, che possono essere assunti insieme alla terapia antiretrovirale, hanno una tossicità assolutamente trascurabile se non assente.

“Uno degli impegni fondamentali di SIMIT per i prossimi due anni – dichiara il Prof. Massimo Galli, nuovo presidente della Società sarà associarsi e fare sistema con tutte le agenzie pubbliche e private che si stanno occupando del problema e con le fondazioni come Fondazione Icona che ha un progetto specifico su questo, al fine di arrivare al risultato massimo possibile nell’intero paese e di riuscire nell’arco del triennio di arrivare a poter dire che l’infezione di HCV in HIV è eliminata”.

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