La tecnologia può far tanto, anche nei casi di autismo dei piccoli. Da recenti ricerche, infatti, è emrso che i bambini autistici, se fatti interagire con robot specializzati, mostrano alcuni comportamenti sociali positivi che non sono osservati quando interagiscono con loro coetani o terapisti. Un esempio di quanto la tecnologia sia utile contro l’autismo è NAO, un robottino collegato a sensori, telecamere e pc, per sviluppare nei pazienti le capacità basiliari dell’aprpendimento sociale grazie ad ARMIA (Adaptive Robot Mediated Intervention Architecture), il sistema di cui si avvale per fare comandi vocali e indicazioni visive al bambino. NAO, che riesce ad attrarre su di sé la curiosità dei piccoli per un tempo molto elevato, stimola il contatto visivo dei baby-pazienti senza che il bimbo autistico percepisca intimidazione e/o ansia. Alto 60 cm, pesante solo 5 kg, il simpatico robottino farà nei prossimi mesi da assistente negli studi di alcuni neuropsichiatri in Puglia, come terapista, in aiuto dei piccoli con disturbi dello spettro autistico, nell’ambito di un profetto cui partecipa l’Enea, con la collaborazione dei ricercatori del laboratorio di robotica, con il centro polivamente per disabili Pesci Rossi di Triggiano (Bari). Prodotto dalla Aldebaran Robotics, NAO aiuta i bambini a prendere,piano piano, confidenza con le più semplici internazioni tra umani, partendo dall’incremento dell’attenzione condivisa per poi arrivare asviluppare, attraverso processi imitativi, interazioni a tre, ovvero del bambino con il robot e con un altro compagno che può essere un altro bambino, un genitore, un insegnante o un medico. Il progetto partirà a fine dicembre e durerà due anni.