“I geni identificati dai tre scienziati sono certamente alla base dei ritmi circadiani, ma questi sono anche fortemente condizionati dall’ambiente esterno“: lo spiega all’Agi il genetista Bruno Dallapiccola, direttore scientifico dell’ospedale Bambino Gesu’, in riferimento al Nobel per la Medicina assegnato ai tre fisiologi americani Hall, Rosbash e Young. “Molte malattie, anche pediatriche, hanno importanti disturbi nel ritmo veglia-sonno, probabilmente di origine genetica. Ma anche l’ambiente conta: pensiamo ai paesi scandinavi, dove l’alternanza giorno-notte e’ fortemente variabile nel corso delle stagioni, fino agli estremi di giornate senza luce o nottate senza buio. In quei paesi si registra un tasso piu’ elevato di malattie psichiatriche, a conferma di quanto gli input esterni influenzino i nostri ritmi circadiani interni, al di la’ dell’orologio biologico che di suo sarebbe un meccanismo perfetto, ma che va in ’tilt’ in determinate circostanze, la piu’ nota a tutti noi il classico effetto ‘jet-lag‘”.
“E’ noto che il ritmo circadiano viene da modelli vegetali, l’esempio classico e’ il girasole che si adegua plasticamente alla rotazione terrestre roteando il fiore. Ma studi passati hanno dimostrato che alcune piante continuano imperterrite a muoversi nel ritmo di 24 ore anche se messe volontariamente in un ambiente del tutto buio. Come molte cose che riguardano la vita organica, insomma, la genetica fornisce la base di partenza, ma e’ l’ambiente in definitiva che determina quello che siamo“.