Ottobrate romane: Monteverde e la suggestiva Villa Pamphilj [GALLERY]

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Il quartiere di Monteverde, tra i più popolari di Roma, da sempre diviso in vecchio e nuovo, che però, in questo caso, si integrano perfettamente, deve il suo nome alla verde collina del Gianicolo. Altri lo identificano, invece, con il toponimo d’epoca romana Mons Aureus o Monte d’oro, forse a indicare la presenza di qualche tesoro che si racconta sotterrato in qualche luogo sulla collina ricca, d’altra parte, di gallerie e antichi anfratti. A Monteverde abitano, giusto per citarne alcuni, Nanni Moretti, Carlo Verdone, musicisti come Nicola Piovani, che spesso pranza al ristorante Il Focolare con Roberto Benigni, ma anche luogo di artisti come il mago Silvan, politici come Massimo D’Alema, Giovanna Melandri e Gianfranco Fini, ma monteverdina è anche Laura Boldrini. Rigogliosa e fiorente, questa zona residenziale, immortalata nelle straordinarie immagini della Grande Bellezza di Paolo Sorrentino, è un’oasi di cultura pop, un luogo dell’anima, un cammeo nel verde della Roma dei piani alti, con le sue ville e i suoi giardini, il panorama, la socialità, l’integrazione, con una forte presenza di stranieri “romanizzati” che vivono tra le mura storiche dell’epopea garibaldina. Da non perdere l’incantevole Villa Pamphilj che, con i suoi 184 ettari d’estensione, è la più grande villa storica romana, pervenutaci sostanzialmente integra nella sua struttura, salvo il taglio dell’Olimpica, avvenuto negli anni 60. Non vicinissima al centro città, né tanto meno in periferia, dà la sensazione di trovarsi in piena campagna, passando da aree più aperte, da cui è possibile ammirare un panorama mozzafiato sulla Capitale e sui Castelli Romani, ad aree più boschive. Ideale per passeggiate immerse nel verde più incontaminato, ha una ricca storia. L’edificio più antico, risalente a prima del 1630, venne acquistato dal principe Pamphiljo Pamphilj, cognome della famiglia da cui prende il nome l’attuale villa; conosciuto come Villa Vecchia, in origine una tenuta di campagna contenente vigne. Nel 1644 il cardinale Giovanni Battista Pamphilj venne eletto al popolo con il nome di Innocenzo X. Egli per adeguare la tenuta al suo nuovo status sociale, la allargò, costruendovi Villa Nuova e il Casino del Bel Respiro, con giardini annessi. Un altro notevole ampliamento si ebbe nel 1700 con l’acquisizione di nuovi terreni limitrofi. Nel corso del 1800 divenne teatro di una cruenta battaglia tra i Garibaldini e le truppe francesi che abbatterono la confinante Villa Corsini, le cui rovine e i cui terreni circostanti vennero acquistati, finita la battaglia, dalla famiglia Pamphilj che vi costruì l’Arco dei quattro venti, ingresso monumentale alla Villa. Villa Pamphilj, ricca di storia, raccoglie un importante patrimonio botanico, con numerose specie arboree, arbustive ed erbacee tra cui cipressi, pini, lecci, cerri, roverelle, olmi campestri, oltre all’Aurucaria bidwilli, conifera originaria del continente australiano,  Washingtonia robusta e filifera, sequoia sempervires, sequoie giganti Sequoiadendron giganteum.

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