San Francesco d’Assisi nacque ad Assisi nel 1182, da Pietro di Bernardone, ricco mercante di stoffe preziose, e da Signora Pica Bourlemont; figlio a cui venne dato, inizialmente, dalla madre, il nome di Giovanni, in onore di Giovanni Battista. Il padre, che al momento della nascita era in Francia per affari, quando ritornò ne cambiò il nome in Francesco e, con tale nome, fu ed è comunemente e generalmente conosciuto. Francesco crebbe tra gli agi della sua famiglia che, come tutti i ricchi assisiati, godeva dei tanti privilegi imperiali, concessi loro dal governatore della città, il duca di Spoleto Corrado di Lützen. Egli aveva appreso le nozioni essenziali di scrittura e di latino presso la scuola parrocchiale di San Giorgio e le sue cognizioni letterarie erano limitate. Ad ogni modo, conosceva il provenzale, lingua materna, ed era abile nel mercanteggiare le stoffe dietro gli insegnamenti del padre, che vedeva in lui un valido collaboratore e l’erede dell’attività di famiglia.
Era estroso ed elegante, primeggiava fra i giovani, amava le allegre brigate e spendeva con una certa prodigalità il denaro paterno, tanto da essere acclamato “rex iuvenum” (re dei giovani), titolo che lo poneva alla direzione delle feste. Con la morte dell’imperatore di Germania Enrico IV e l’elezione a papa del cardinal Lotario di Segni, che prese il nome di Innocenzo III. Questo nuovo Papa, sostenitore del potere universale della Chiesa, prese sotto la sua sovranità il ducato di Spoleto, compresa Assisi, togliendolo al duca Corrado di Lützen. Ciò portò ad una rivolta del popolo contro i nobili della città, asserviti all’imperatore e sfruttatori dei loro concittadini: furono cacciati dalla rocca di Assisi e si rifugiarono a Perugia, poi, con l’aiuto dei perugini, mossero guerra ad Assisi. Francesco, infiammato di spirito d’avventura, si buttò nella lotta fra le due città così vicine e così nemiche. Dopo la disfatta subita dagli assisiati a Ponte San Giovanni, fu fatto prigioniero dai perugini a fine 1203 e restò in carcere per un anno. Dopo che i suoi familiari ebbero pagato un consistente riscatto, Francesco ritornò in famiglia, con la salute ormai compromessa.
Una volta guarito, non sentiva più nessuna attrattiva per la vita spensierata e i suoi antichi amici non potevano più stimolarlo. Pensò allora di arruolarsi nella cavalleria del conte Gualtiero di Brienne, che in Puglia combatteva per il papa. Quando però fu giunto a Spoleto, cadde in preda ad uno strano malessere. La notte ebbe un sogno in cui una voce misteriosa che lo invitava a “servire il padrone invece che il servo” e a ritornare ad Assisi. Francesco rinunciò pubblicamente, nella piazza del Vescovado di Assisi , agli averi paterni, incamminandosi, con pochi seguaci, verso una vita di preghiera e di obbedienza a “Sorella Povertà”. La storia ci indica come primo “discepolo” il mercante Bernardo da Quintavalle, seguito dal giurista Pietro Cattani. Le prime esperienze “conventuali” con i compagni San Francesco li ebbe nel Tugurio di Rivotorto. Proprio in questo luogo arrivarono Egidio (un contadino) e successivamente Sabatino, Morico, Filippo Longo e prete Silvestro, cui seguirono, poi, Giovanni, Barbaro e Bernardo Vigilante ed infine Angelo Tancredi. Erano arrivati ad essere in dodici e tutti i compagni vestivano come Francesco di un rozzo saio cinto da una corda.
Solo nel 1209 Papa Innocenzo III (dopo la predica ai porci!) approva la Regola dell’Ordine ed autorizza San Francesco a predicare tra le genti ed egli iniziò a giorare per il mondo, arrivando fino a Dalmiata d’Egitto (erano i tempi delle crociate) dal sultano Melek El Kamel. Nel 1224 San Francesco riceve le stigmate… un miracolo mai accaduto prima di allora se non al Figlio di Dio. Sentendo vicina la morte, San Francesco si fece riportare da Siena ad Assisi, più precisamente alla Porziuncola, la piccola cappella dove morì su un giaciglio sulla nuda terra il 3 ottobre 1226. La mattina del 4 ottobre, il suo corpo di Francesco fu traslato con una solenne processione dalla Porziuncola alla chiesa parrocchiale di San Giorgio ad Assisi, dove era stato battezzato e dove aveva cominciato, nel 1208, la sua predicazione. Il 16 luglio 1228, papa Gregorio IX, a meno di due anni dalla morte, lo proclamò santo, fissandone la memoria liturgica al 4 ottobre. I suoi resti mortali rimasero nella chiesa di San Giorgio rimase tumulato fino al 1230, quando venne portato nella Basilica a lui dedicata, precisamente nella Basilica Inferiore, fatta costruire da frate Elia. Eletto Papa nel 2013, Jorge Mario Bergoglio ha preso il nome di Francesco proprio in onore del santo di Assisi.