Smog, WWF: l’Italia deve uscire dalla politica dell’annuncio

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I dati dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA), spiega il WWf in una nota, “confermano che l’Italia è tra i Paesi maglia nera in Europa su numerosi inquinanti, dal particolato (PM 10 e 2,5) al biossido di Azoto (NO2), all’ozono nella bassa atmosfera. Inoltre, il nostro Paese è ai primi posti per morti premature e per anni di vita persi attribuibili all’inquinamento. Forte l’impatto dell’inquinamento anche sugli ecosistemi del nostro Paese, a partire dall’eutrofizzazione (il fenomeno registrato nel 2014 nella Valle del Po è esplicitamente citato nel rapporto). Le cause vanno dal trasporto di persone e merci all’uso delle centrali a carbone per produrre energia e dei fertilizzanti azotati in agricoltura. Si tratta di questioni che vanno affrontate in modo strutturale: affrontarle produrrebbe enormi benefici anche economici e sociali, oltre che ambientali, sanitari e climatici. Occorre una mobilitazione straordinaria dei diversi ministeri interessati, delle regioni e dei comuni che, ognuno per le proprie competenze, devono metter sul tavolo azioni concrete e immediatamente attuabili.

Purtroppo non è il primo anno che l’Italia risulta ai primi posti in questa triste classifica e ancora non si riesce a vedere un’inversione di tendenza. Ai danni alla salute e all’ambiente si sommano anche la disgregazione sociale, depressione economica e anche psicologica provocati dall’inquinamento: insomma, un danno enorme per il benessere e l’immagine che rende il nostro Paese una delle mete più ambite del mondo sia per il turismo che per lo stile di vita.

Sono anni che si reagisce a questi dati con promesse che poi non vengono attuate”. Dichiara la responsabile clima ed energia del WWF Italia Mariagrazia Midulla che conclude: “Grazie anche alla rivoluzione della mobilità elettrica e delle energie rinnovabili, abbiamo oggi modo di intervenire sulle cause strutturali, a patto che siprogrammino interventi e politiche di una transizione giusta: questo porterà nuovo benessere, anche economico”.

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