Ottobre è il mese della prevenzione del tumore al seno o carcinoma mammario, una formazione di tessuto costituito da cellule che crescono in modo incontrollato e anomalo all’interno della ghiandola mammaria. Si tratta della neoplasia più diffusa nel sesso femminile. Come riconoscerla? In genere nelle fasi iniziali non si avverte dolore. Da cercare sono noduli palpabili o visibili, alterazioni del capezzolo (in fuori o in dentro), perdite da un capezzolo solo (se la perdita è bilaterale il più delle volte la causa è ormonale), i cambiamenti della pelle (aspetto a buccia d’arancia localizzato) o della forma del seno, prestando attenzione ad arrossamento diffuso, ulcere cutanee, mastite, ingrossamento del braccio o dei noduli ascellari.
Tra i fattori di rischio: età superiore ai 50 anni, prima gravidanza dopo i 35 anni, menarca prima dei 12 anni, menopausa dopo i 50 anni, non aver avuto figli, familiarità (anamnesi familiare), precedente personale di tumore al seno, mutazione di alcuni geni (geni BRCA di tipo 1 e 2) e di p53, esposizione a radiazioni, obesità specie dopo la menopausa, terapia ormonale contraccettiva e sostitutiva per trattare i disturbi della menopausa, abuso di alcol, fumo. Come prevenire? Secondo diversi studi, l’allattamento esercita un effetto protettivo. La mammella va incontro a trasformazioni durante la gravidanza e, solo con l’allattamento, la ghiandola mammaria completa la sua maturazione. E così la cellula del seno è più resistente alle mutazioni che possono portare al tumore . L’allattamento, inoltre, blocca del tutto o in parte la produzione degli ormoni ovarici: le ovaie a riposo portano a livelli di estrogeni più bassi, garanzia di protezione contro il carcinoma mammario e, con grande probabilità, anche ovarico.
Da rivedere con attenzione gli stili di vita. No ad un elevato consumo di carboidrati, grassi saturi, alcol e no allo scarso consumo di fibre vegetali. E’ consigliabile adottare la dieta mediterranea, consumando frutta e verdura fresca, pesce, legumi che, oltretutto, ci proteggono dalle malattie cardiovascolari, tenendo sotto controllo il peso. Si all’attività fisica modrata, per almeno 30 minuti al giorno per almeno 5 giorni a settimana. E’ sufficiente una passeggiata al parco, salire le scale a piedi piuttosto che in ascensore o muoversi in bici piuttosto che in macchina. Da non dimenticare l’importanza dell’autopalpazione, esame che ogni donna, a partire dai 20 anni, dovrebbe eseguire una volta al mese, tra il settimo e il quattordicesimo giorno dl ciclo. E’ importante rispettare questi tempi perché la struttura del seno si modifica in base ai cambiamenti ormonali mensili e si potrebbe cadere in confusione o falsi allarmi.
Per le donne tra i 20 e i 40 anni, è sufficiente una visita annuale al seno, approfondendo l’analisi, in casi di familiarità o scoperta di noduli, con un’eco o una biopsia (agoaspirato) del nodulo sospetto. Tra i 40 e i 50 anni viene effettuata una mammografia, associata all’eco, vista la struttura ancora densa del seno. Tra i 50 e i 69 anni, quando il rischio è elevato, va effettuato un controllo mammografico con cadenza biennale. Tra le altre nuove tecniche diagnositche: risonanza magnetica, Pet e il cosiddetto “Pap test del seno”, consistente nell’introduzione di liquido nei dotti galattofori e nella successiva raccolta del liquido che porta con sé anche alcune cellule. Grazie al microscopio è poi possibile individuare quali tra le cellule fuoriuscite ha caratteristiche pretumorali permettendo una diagnosi molto precoce del tumore del seno.