Sei ricercatori dell’Università di Siena stanno partendo per l’Antartide, per partecipare alla XXXIII spedizione di ricerca italiana nella stazione “Mario Zucchelli”.
Cinquanta progetti di ricerca su ecosistemi e clima, e 210 tra tecnici e ricercatori nazionali e internazionali saranno i protagonisti della Campagna del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide. Tra loro, per lavorare a quattro progetti di studio in zoologia, ecotossicologia e geologia, ci saranno i ricercatori dell’Ateneo senese Franco Talarico, Silvia Olmastroni, Antonio Carapelli, Lucia Burrini, Niccolò Fattorini ed Elisa Bergami, che sarà nella stazione inglese in collaborazione con il British Antartic Survey. Alcuni ricercatori sono in partenza già oggi, altri li seguiranno nelle prossime settimane.
Le ricerche serviranno ad approfondire i comportamenti e gli adattamenti del pinguino di Adelia, una specie sentinella per il cambiamento climatico; a studiare come i minuscoli acari, collemboli e tardigradi, unici sopravvissuti alla deriva verso sud del continente antartico, avvenuta circa 85 milioni di anni fa, sapranno sopravvivere all’innalzamento delle temperature previsto nei prossimi decenni; a valutare l’impatto delle nanoplastiche sul Krill. Inoltre, studi geologici serviranno a fornire una datazione alle faglie delle Montagne Transantartiche, una delle catene montuose più estese del pianeta.
I ricercatori, che afferiscono ai dipartimenti di Scienze della Vita, Scienze Fisiche, della Terra e dell’Ambiente e Museo Nazionale dell’Antartide, saranno al Polo Sud fino al mese di febbraio e aggiorneranno costantemente, con foto e notizie, questi blog: www.geoantarctica.wordpress.com e la pagina Facebook “Geoantarctica”, per gli aspetti geologici; per gli studi sui pinguini la pagina web https://penguinecologyblog.wordpress.com e la pagina Facebook “Penguin Ecology”; per lo studio delle nanoplastiche e i suoi effetti sulla fauna marina, la pagina http://planet-pnra.blogspot.it/ .
PenguinERA: Ecologia, riproduzione e adattamento dei pinguini Adelia
I cambiamenti climatici stanno modificando i comportamenti della fauna in Antartide, e con essa del pinguino di Adelia, una specie “sentinella” che l’Università di Siena studia già da alcuni anni.
Il nuovo progetto biennale “PenguinERA”, coordinato da Silvia Olmastroni, Francesco Ferretti e Ilaria Corsi, servirà a valutare, con un approccio innovativo e multidiscilplinare, la distribuzione e il comportamento dei pinguini in relazione alla qualità dell’habitat, alla dimensioni delle colonie, e all’evoluzione e adattamento ai processi ecologici anche in relazione all’aumento delle temperature, valutando alcuni aspetti chiave delle risposte bioecologiche e dei parametri genetici della specie.
Durante la spedizione i ricercatori osserveranno le colonie dei pinguini nei pressi della Stazione Italiana Mario Zucchelli, sulla zona costiera che è di particolare interesse scientifico per la sua straordinaria biodiversità.
A caccia di nuovi dati sulle interazioni litosfera-criosfera-clima in Antartide: datazione delle faglie lungo il fronte delle Montagne Transantartiche
Le Montagne Transantartiche, lunghe circa 4000 Km, sono una delle catene montuose più estese del pianeta, le uniche che coesistono, da diverse decine di milioni di anni, con le calotte di ghiaccio più voluminose. Quando e come si sono sollevate? Come i movimenti delle loro rocce profonde hanno influenzato i processi di erosione e la dinamica dei ghiacci?
Nella imminente campagna in Antartide, la ricerca sarà incentrata sulla datazione diretta delle faglie che bordano il fronte delle Montagne Transantartiche, con studi a carattere multidisciplinare.
Il gruppo di spedizione del progetto, Franco Talarico dell’Università di Siena, insieme a colleghi delle università di Padova e Parma, esplorerà una regione ampia oltre 600 km per identificare, campionare e analizzare diversi siti chiave dove piani di faglia sono ben esposti e adatti ad essere datati.
Studio delle risposte evolutive dei minuscoli insetti antartici al riscaldamento climatico
Un numero limitato di specie di acari e collemboli vive in Antartide, frutto di una lunga storia evolutiva, indissolubilmente legata a quella del grande continente ghiacciato. Questi minuscoli insetti, grazie alla loro capacità evolutiva, sono le uniche specie sopravvissute al distacco dell’Antartide dal super continente Gondwana e alla sua deriva verso sud. Ora i ricercatori vogliono valutare la capacità di resistenza di questi organismi all’innalzamento delle temperature previsto in conseguenza dei cambiamenti climatici, studiando quali geni vengono espressi dal genoma di organismi sentinella, come collemboli e tardigradi, in condizioni naturali e se sottoposti a stress termico. Gli studi in Antartide saranno condotti da Antonio Carapelli.
Le nanoplastiche nella catena alimentare della fauna antartica
Valutare l’impatto delle microplastiche e delle nanoplastiche, minuscoli frammenti di plastica di dimensioni inferiori ad un micrometro, sull’ambiente antartico: è lo scopo del progetto internazionale “PLANET, “Plastics in the Antartic Environment”, coordinato dalla professoressa Ilaria Corsi dell’Università di Siena e finanziato dal Programma Nazionale di Ricerca in Antartide.
Nell’ambito di questo progetto la dottoranda Elisa Bergami, ospite del British Antarctic Survey di Cambridge (UK), insieme ad un gruppo multidisciplinare ed internazionale di ricercatori, è in partenza per l’Antartide, per condurre una serie di esperimenti finalizzati alla valutazione degli effetti delle nanoplastiche su esemplari di krill (Euphausia superba), considerata una delle specie chiave alla base della rete trofica marina antartica.