Non solo incendi, non solo siccità. A poche ore dalla brutale uccisione dell’ennesimo esemplare di lupo, massacrato nel Riminese, sembra a colpi di badile o di forcone, l’Ente Nazionale Protezione Animali “chiede il riconoscimento dello stato di calamità per i lupi e per tutti i selvatici. Vale a dire, misure straordinarie per la tutela di animali protetti dalla legge come patrimonio indisponibile dello Stato. «Da mesi stiamo assistendo a una carneficina che ha chiare responsabilità politiche: il ministro Galletti, già sostenitore della possibilità di uccidere per deroga i lupi, e l’esecutivo, ma anche quelle regioni, Toscana e Trentino in primis, che soffiano sul fuoco dell’intolleranza e che alimentano una campagna di odio e di menzogne contro i selvatici. Sono mesi che insieme a centinaia di migliaia di italiani chiediamo l’approvazione del Piano Nazionale di Conservazione del Lupo, “depurato” da ogni possibilità di uccisione, ma finora né il ministro dell’Ambiente né l’esecutivo hanno mosso un dito», denuncia l’Enpa che rivolte un accorato appello al presidente della Conferenza delle Regioni, Bonaccini, governatore proprio dell’Emilia Romagna, affinché si adoperi per l’approvazione del piano escludendo categoricamente ogni possibilità di uccidere gli animali.“
“Rimanere inerti in questa situazione di emergenza, significa rischiare di farsi complici degli allevatori estremisti e dei bracconieri che continuano a massacrare indisturbati tantissimi animali, non solo selvatici, ma, come testimoniano i due cani uccisi alle porte di Roma, anche d’affezione. Chiediamo controlli straordinari sul territorio, chiediamo di disarmare i fucili dei cacciatori, chiediamo di inasprire le pene per i reati contro gli animali. Il denaro dei cittadini – conclude Enpa – sia utilizzato per proteggere i beni comuni, gli animali e l’ambiente, patrimonio di tutti“.
“L’Ente Nazionale Protezione Animali ha dato mandato al proprio ufficio legale di adottare ogni iniziativa contro questo ennesimo scempio“.