L’albero biomimetico, IFAD: mettere l’agricoltura in primo piano nell’agenda della COP23

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Richiamando l’attenzione sull’impatto del cambiamento climatico sulla vita delle comunità rurali dei paesi in via di sviluppo, l’artista britannico Silas Birtwistle ha presentato a Bonn, in Germania, il suo Albero biomimetico, in occasione della conferenza mondiale delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (COP23).

Sponsorizzata dal Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD), un’agenzia delle Nazioni Unite che aiuta i piccoli agricoltori ad adattarsi al cambiamento climatico e a mitigarne gli effetti, l’installazione utilizza plastica riciclata per raffigurare un albero che prende vita solo quando è attraversato dall’acqua.

Alla base dell’albero c’è una piccola pompa che, tramite una serie di tubi trasparenti, porta acqua ai frutti e agli uccelli, che a quel punto iniziano a muoversi, ruotare e cinguettare”, ha spiegato Silas Birtwistle. “Ogni cinque minuti, la pompa si attiva e l’albero prende vita, l’acqua scorre, gli uccelli cantano e le foglie si agitano.

Questa scultura evidenzia come ogni cosa vivente dipenda da un ecosistema sano ed equilibrato. L’albero fornisce cibo e dimora a uccelli e altri animali. Offre anche protezione dal vento e dal sole, consentendo alle colture di crescere e nutrire le famiglie. Gli alberi frenano anche l’erosione del suolo nelle zone aride e sono agenti efficaci e naturali di assorbimento dell’anidride carbonica.

L’acqua che scorre attraverso l’albero sottolinea l’importanza, sempre maggiore a causa del cambiamento climatico, di questa risorsa essenziale”, ha dichiarato Margarita Astralaga, direttrice della Divisione per l’ambiente e il clima dell’IFAD. “Quando l’acqua scorre, l’albero prende vita, quando il flusso dell’acqua si ferma, l’albero si arresta, muore.”

Attualmente”, ha aggiunto, “le conseguenze del cambiamento climatico, come la carenza d’acqua e il manifestarsi di fenomeni metereologici violenti e imprevedibili, condizionano negativamente la vita dei piccoli agricoltori nei paesi in via di sviluppo. Ma le soluzioni proposte dall’IFAD danno loro la possibilità di affrontare e superare tali difficoltà.

Nel suo nuovo Quadro Strategico, l’IFAD ha rinnovato il proprio impegno a promuovere la biodiversità, oltre ad aumentare la produttività agricola, diminuire le emissioni di gas serra nell’agricoltura e contribuire a ridurre la povertà.

La scultura sottolinea l’impegno nella riabilitazione da parte dell’IFAD, che provvede a piantare alberi nei terreni degradati per fermare l’erosione del suolo, erigere una barriera contro la desertificazione e proteggere le coltivazioni”, ha spiegato Birtwistle.

Nella regione africana del Sahel, l’IFAD ha già recuperato quasi 300.000 ettari di terra. Ad esempio, in Niger l’IFAD ha rigenerato 100.000 ettari proteggendo la terra da uno sfruttamento eccessivo e dalla deforestazione e ripiantando alberi. Terreni un tempo spogli, ora ospitano circa 50 alberi per ettaro. Le attività agroforestali dell’IFAD e il suo impegno in questo campo hanno contribuito all’eliminazione di oltre 58.000 tonnellate di anidride carbonica dall’atmosfera.

Volevamo che i negoziatori della COP23 vedessero con i loro occhi la bellezza di un’agricoltura sostenibile in grado di adattarsi al cambiamento climatico e il ruolo cruciale che essa riveste nel garantire il benessere delle comunità rurali”, ha dichiarato Birtwistle.

Gli agricoltori devono collaborare con la natura per creare un futuro di sicurezza alimentare davvero sostenibile”, ha affermato Margarita Astralaga. “Lavorando con Silas, ed esponendo questo straordinario Albero biomimetico, mostriamo la vera sfida del cambiamento climatico e della  sostenibilità ambientale, che i piccoli agricoltori nei paesi in via di sviluppo si trovano ad affrontare.

Gli investimenti dell’IFAD, che comprendono il Programma di adattamento al cambiamento climatico per piccoli agricoltori (ASAP), aiutano i contadini in molti modi, dall’installazione di centraline per le previsioni metereologiche all’introduzione di nuove varietà di colture resistenti alla siccità e alla creazione di scuole rurali in cui sia possibile sperimentare e divulgare conoscenze e nuove tecniche agricole adeguate a far fronte al cambiamento climatico.

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