Una persone su 10 al mondo non ha accesso all’acqua potabile e si stima che, entro il 2025, circa 1,8 miliardi di persone vivranno in paesi con assoluta scarsità d’acqua mentre ben 2/3 della popolazione potrebbero essere soggetti a stress idrico. Proprio tenendo presente questi dati molto allarmanti, i ricercatori del Dipartimento Energia del Politecnico di Torino hanno messo a punto Saltless, un innovativo sistema di recupero dell’acqua potabile dal mare, in grado di dissalare l’acqua marina e, produrre, per il momento, 100 litri d’acqua al giorno, volti a soddisfare il fabbisogno di circa 40 persone.Attualmente in fase sperimentale, puntando, una volta avviato su scala industriale, al raggiungimento di volumi d’acqua maggiori, soddisfacendo i fabbisogni di milioni di persone.
Il Dipartimento Energia del Politecnico di Torino, coordinato da Eliodoro Chiavazzo, il cui progetto Saltless è sostenuto dall’Ue e finanziato dal Politecnico di Torino nell’ambito dell’iniziativa “Proof of Concept”, ha previsto che l’acqua del mare, una volta fatta evaporare, venga successivamente condensata a temperature differenti in più stadi, ottendo, così, acqua perfettamente potabile.L’elemento innovativo della tecnologia è dato dalla possibilità di alimentare questo processo con una fonte di calore di recupero anche di scarso pregio e relativamente a basse temperature. I ricercatori, infatti, hanno studiato la possibilità di impiegare il calore normalmente diffuso in ambienti dal circuito di raffreddamento (radiatore) o dai gas di scarico di un motore Diesel.
Una scelta, quest’ultima, non certo casuale, dato che questi motori sono già utilizzati nei gruppi elettrogeni in molte località isolate in Paesi in via di sviluppo oppure in condizioni di emergenza (ospedali da campo, campi profughi, calamità naturali).Proprio simulando la situazione di un ospedale da campo, hanno così potuto testare l’efficacia del dispositivo. Grazie a questa soluzione è possibile offrire contemporaneamente 3 effetti utili: elettricità (dal gruppo elettrogeno), acqua potabile (dal distillatore) e acqua calda a uso saltuario (quando rimasta dal processo termico di dissalazione). A tutto ciò si aggiunge il funzionamento off grid (senza bisogno di collegamenti alla rete elettrica), risponendo alla necessità base di piccoli insediamenti isolati e non raggiunti in modo continuativo da servizi centralizzati.