E’ sostanzialmente condiviso l’appello del Papa al mondo scientifico perche’ rispetti i limiti imposti dall’etica per il bene dell’umanita’, ma dai ricercatori arriva anche la richiesta di una maggiore apertura e della disponibilita’ a superare alcuni pregiudizi. E’ questa, ad esempio, la posizione del direttore el Laboratorio di Biologia dello Sviluppo dell’universita’ di Pavia, Carlo Alberto Redi: “le parole del Papa sono del tutto condividili e patrimonio di tutti, al di la’ della visione cattolica”, ha rilevato. “Sarebbe davvero importante che l’apertura che il Papa sta dimostrando tenesse conto dell’avanzamento delle conoscenze per rivedere alcune posizioni”, ha aggiunto Redi riferendosi in particolare alla questione della sorte embrioni crioconservati, con la possibile destinazione ai fini della ricerca, e alle nuove strade che sta aprendo l’editing del genoma grazie alle tecniche che permettono di riscrivere il Dna con un taglia-incolla. Condivide invece a tutto campo la visione del Papa con un “sostegno assoluto” il genetista Bruno Dallapiccola: “e’ reale che ci sono dei limiti, non tutto cio’ che e’ possibile va fatto. Questa – ha osservato – e’ la posizione della scienza intelligente”. Definendosi “uno dei genetisti piu’ cauti”, Dallapiccola lancia un appello ai media sull’importanza di comunicare i limiti. “Le parole sono sassi e tutto cio’ che viene comunicato per via mediatica puo’ accendere nei pazienti speranze inutili”, ha aggiunto riferendosi al “caso eclatante” del recente annuncio della tecnica che si propone di modificare il Dna direttamente nell’organismo umano senza che ci fossero ancora i risultati della sperimentazione. “Questo non e’ l’approccio corretto. Al di la’ delle barriere etiche, c’e’ la grossa responsabilita’ – ha concluso – della comunicazione di tutto cio’ che la scienza sta facendo e dei suoi limiti”.