Chi da bambino è stato uno scout ha meno rischi di sviluppare malattie mentali una volta arrivato ai 50 anni. Lo scoutismo è un movimento di carattere nazionale, internazionale e universale che ha come fine la formazione fisica, morale e spirituale della gioventù mondiale. Partecipare in queste organizzazioni, in cui bisogna sviluppare qualità come il contare su se stessi, il lavoro di squadra, risolvere e desiderare di imparare, e fare molte attività all’aperto, pone le basi per un miglior benessere mentale. Gli scout sono appunto dei ragazzi che amano condividere con amici avventure sui monti o nei boschi a campeggiare, costruirsi tutti quei comfort che la natura può offrire loro nonostante siano in situazioni di precarietà, amano partecipare a giochi divertenti e appassionanti, trovano la strada servendosi della bussola e della carta topografica, sanno cucinare il loro cibo su un fuoco di legna, imparano a camminare nel bosco senza fare rumore per seguire le tracce di un animale selvatico, imitano il canto di un uccello per poterlo avvicinare, la sera stanno intorno al fuoco a cantare e a scherzare allegramente, dormono sotto una tenda o si costruiscono un riparo sotto le stelle.
Tutte queste attività confermano i benefici psichici e mentali per la nostra mente. Questo, è stato confermato attraverso uno studio effettuato dall’università di Edimburgo, attraverso una pubblicazione sul Journal of Epidemiology and Community Health.
I risultati, hanno mostrato che chi apparteneva agli scout aveva una migliore salute mentale a 50 anni. Circa un quarto dei partecipanti allo studio era stato negli scout, e aveva il 15% in meno di possibilità di soffrire di ansia e disturbi dell’umore rispetto agli altri. E’ abbastanza sorprendente riscontrare questi benefici nelle persone molti anni dopo che hanno terminato la loro esperienza negli scout”, commenta Chris Dibben, coordinatore dello studio.