In base a dati raccolti dai centri di analisi sismica di Tornquist, in Argentina, e di Mount Kent, nelle isole Falkland, è stata ridotta la zona delle ricerche nell’Atlantico dell’Ara San Juan, il sottomarino argentino scomparso lo scorso 15 novembre, con 44 membri dell’equipaggio a bordo: il progresso nelle operazioni è stato determinato da nuovi dati forniti dall’agenzia internazionale che controlla i test nucleari, come annunciato su Twitter da Lassina Zerbo, segretario della Organizzazione del Trattato per la Proibizione Completa dei Test Nucleari (Ctbto).
L’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomic aveva precedentemente rilevato un “evento anomalo, singolare, corto, violento e non nucleare, compatibile con un’esplosione“, verificatosi tre ore dopo l’ultimo contatto tra il sottomarino e il comando operativo della Marina argentina.