L’anomalia “idro-acustica”, il “rumore” rilevato mercoledì scorso nella zona dove si trovava il sottomarino Ara San Juan scomparso esattamente da quel giorno nell’Atlantico del sud, è stata “un’esplosione“: lo ha annunciato il portavoce della Marina militare, Enrique Balbi.
Come affermato dalla Marina nella sua ultima comunicazione ufficiale, ieri è stata ricevuta l’informazione, sollecitata dagli Stati Uniti, compatibile con un’indicazione sonora “che corrisponde a mercoledì 15, vale a dire l’ultimo giorno in cui sono state ricevute comunicazioni dall’ARA San Juan, al mattino“. Quella “anomalia idroacustica” o “rumore” è stata registrata alle 11 di mattina circa di quel giorno, tre ore e mezzo dopo che il comandante del sottomarino aveva segnalato la posizione alla base operativa. Il segnale è stato rilevato sulla rotta che il sottomarino doveva fare fino a Mar del Plata, circa 48 chilometri a nord dell’ultima località nota, che si trovava all’apice del Golfo di San Jorge, 432 chilometri dal continente.
Il San Juan appartiene alla classe TR-1700 alimentata da motori diesel ed elettrici. Stava tornando da una missione di routine da Ushuaia, vicino alla punta estrema del Sud America, alla sua base nel Mar del Plata, a 400 km a sud di Buenos Aires. Era partito dalla base di Mar del Plata diretto proprio ad Ushuaia dove ha trascorso 3 giorni prima di invertire la rotta. Il sottomarino è entrato in servizio nel 1983 ed è stato ammodernato tra il 2007 ed il 2014 per prolungare la sua vita operativa di 30 anni.