Fusione nucleare: lunedì 20 novembre inizia il viaggio del supermagnete italiano

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Il magnete più grande mai costruito al mondo il 20 novembre lascerà La Spezia, lo stabilimento dove è stato costruito, quello della Asg Superconductors, una società della famiglia Malacalza. A bordo di uno specialissimo camion-robot radiocomandato, impiegherà 12 ore per percorrere in sicurezza 6 chilometri: raggiungerà il porto della città e si imbarcherà alla volta di Porto Marghera, dove farà una lunga sosta prima prima di ripartire verso la Francia.

Il grande magnete superconduttore, noto anche come bobina toroidale, costituirà il ‘cuore’ del reattore sperimentale ITER (International Thermonuclear Experimental Reactor), attualmente in costruzione a Cadarache in Francia, che ha lo scopo di dimostrare la fattibilità di riprodurre sulla Terra la reazione che alimenta il Sole e le stelle per ottenere un’energia inesauribile, sicura e pulita. ITER funzionerà con 18 bobine toroidali: l’Europa ne fabbricherà 10 (inclusa una di ricambio), tutte made in Italy prodotte nello stabilimento spezzino di ASG Superconductors. Il Giappone fornirà le restanti 9.

La tecnologia e i partner coinvolti

La gigantesca bobina a forma di “D” è costituita da circa 5 km di cavi superconduttori, misura 13 metri in altezza (rispetto al suo posizionamento nel reattore) per 9 m di ampiezza e pesa oltre 300 tonnellate, quasi quanto l’aereo più grande al mondo. Lo sviluppo dei cavi superconduttori, del valore di circa 17 milioni di euro per singola bobina, ha visto il coinvolgimento dell’ENEA, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, nel ruolo di coordinatore del consorzio ICAS del quale fanno parte anche le aziende italiane CRIOTEC Impianti S.r.l., esperta nella realizzazione di componenti operanti alle bassissime temperature, e Tratos Cavi SpA, leader internazionale nella produzione di cavi elettrici, elettronici e a fibre ottiche. Il consorzio, basato sul know-how ENEA in materia superconduttività, è nato a fine 2010 a seguito dell’aggiudicazione della gara di appalto per la fornitura dei cavi superconduttori per i magneti necessari al confinamento del plasma in ITER. L’altra azienda italiana SIMIC SpA ha partecipato alla produzione di 35 piastre radiali del magnete, le strutture metalliche contenenti il conduttore isolato nelle loro scanalature prima che queste stesse strutture siano saldate a laser, nastrate con materiale isolante e impregnate.

Le superbobine dovranno creare uno ‘contenitore’ magnetico a forma di ciambella, in grado di intrappolare e compattare il plasma incandescente alla temperatura record di 150 milioni di gradi centigradi, tenendolo lontano dalle pareti del serbatoio di ITER. L’insieme delle 18 bobine è in grado di generare un campo magnetico di 11,8 Tesla, circa 1 milione di volte più potente del campo magnetico della Terra!

Fusion for Energy (F4E), l’organizzazione Ue incaricata di sostenere il programma ITER per la parte europea, ha firmato con l’industria italiana dal 2008 contratti del valore di circa 900 milioni per attività di ricerca e sviluppo e produzione di vari componenti.

ENEA e la fusione nucleare

ENEA dà un contributo rilevante ai principali programmi di ricerca internazionale sulla fusione (ITER, DEMO e Broader Approach) ed è tra i partner principali delle agenzie europee EUROfusion e Fusion for Energy (F4E). A livello nazionale, ENEA è il punto di riferimento nel progetto ITER, che vede collaborare insieme Europa, Giappone, Stati Uniti, Russia, Cina, India e Corea.

ENEA è in prima linea anche per realizzare in Italia il Divertor Tokamak Test facility (DTT), un progetto da 500 milioni di euro e oltre 1.800 addetti per realizzare un polo scientifico-tecnologico tra i più avanzati al mondo per la ricerca sulla fusione nucleare e lo sviluppo di tecnologie innovative per la competitività dell’industria nazionale.

Il Dipartimento Fusione e Tecnologie della Sicurezza Nucleare, con i Centri di Ricerca di Frascati e del Brasimone, vanta professionalità e dotazioni strumentali di altissimo livello, riconosciuti quali eccellenze a livello internazionale. Gli scienziati dell’ENEA sono stati tra i primi a realizzare impianti per lo studio dei plasmi a confinamento magnetico, macchine per la fusione come il Frascati Tokamak (FT) e il Frascati Tokamak Upgrade (FTU); le attività sulla fusione hanno originato oltre 50 brevetti negli ultimi 20 anni, con ricadute significative per lo sviluppo e la competitività delle industrie nazionali con commesse che hanno superato il miliardo di euro.

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