Dubbi animano l’avvocato Romolo Reboa, legale di alcune delle famiglie della tragedia di Rigopiano, intervenuto a Radio Cusano Campus, durante la trasmissione “Legge o Giustizia”: “Mi domando perché chi ha fatto certi tipi di domande, come quella fatta all’amministratore del resort, non sia compreso nella lista riguardante le persone colpite da avviso di garanzia ed ho qualche perplessità rispetto alla morte dell’ex generale Conti (morto suicida il 17 Novembre), mi sembra strano in certi aspetti: siamo sicuri, ad esempio, che sulla lettera che è stata trovata e che parlava di Rigopiano c’era veramente la sua calligrafia?“.
Sono ventinove le persone che persero la vita durante quell’incredibile tragedia: il procuratore capo di Pescara Massimiliano Serpi e il sostituto Andrea Papalia hanno emesso invece 23 avvisi di garanzia ampliando di parecchio la platea degli indagati, al fine di accertare le responsabilità relative al resort travolto lo scorso 18 Gennaio. Di chi sono le responsabilità? “Parliamo di incapacità del sistema dei soccorsi, soprattutto nel ricoprire i ruoli che avevano le persone che sono al centro della vicenda. Così capiamo come si può morire in Italia. Siamo di fronte all’accettazione pedissequa del rischio cosciente, con l’attesa che non succeda nulla: siamo davanti ad una totale deresponsabilizzazione. Non è mai colpa di nessuno: il pubblico oggi è il posto dove si va a prendere uno stipendio anziché per lavorare. E’ innegabile: si muore di fenomeni sociali”.