“Il randagismo canino in Italia vive una situazione double face – spiega in una nota l’associazione animalista AIDAA – da una parte si registra una diminuzione dei cani nei canili in attesa di famiglia che sono scesi da circa 156.000 della fine dello scorso anno a circa 146.000 questo tenendo conto delle nuove entrate vuol dire che in questo anno sono oltre centomila i cani italiani che sono usciti dai canili ed hanno trovato casa ai quali occorre aggiungere i circa 14.000 cani che provengono dalla Spagna, dalla Romania e dalle altre nazioni che trovano casa ogni anno in Italia grazie alle associazioni che li salvano dalla pena di morte. Il lato oscuro della questione riguarda invece i cani allo stato brado,secondo gli ultimi dati del ministero della salute si stimavano circa 600.000 cani liberi (3 anni fa) ora stando a quando riportano i volontari di diverse associazioni tra cui AIDAA che lavorano sul territorio la situazione è peggiorata e si stima che i randagi (prevalentemente concentrati nelle regioni del sud e delle isola) superano abbondantemente le 700.000 unità. La maglia nera se la condividono la Sicilia e la Puglia con circa 90.0000 randagi per ciascuna regione, segue la Sardegna con 66.000. Tra le regioni in incremento anche la Toscana dove si stima la presenza di circa 14.000 randagi tra cui un migliaio di ibridi canilupo e l’Umbria con circa 6.000 randagi tra cui qualche centinaio di ibridi. Nelle altre regioni la situazione rimane stazionaria.“