La storia di Babbo Natale è un intrecciarsi di leggende, culture e tradizioni che hanno portato alla nascita del mito moderno. Le origini di Santa Claus (così è rinominato dagli Americani) risalgono al periodo cristiano. Il primo personaggio cui è stato accostato è San Nicola, vissuto a Mira, in Asia Minore, attuale Turchia. Divenuto vescovo della città, fu strenuo difensore della fede cristiana durante le persecuzioni dell’impero romano cessate quando l’imperatore Costantino, nel 313, emanò l’Editto dii Milano che ne autorizzaca il culto. Le sue spoglie durono trafugate nei primi anni dell’XI secolo dalla città di Mira e portate a Bari, nella basilica che reca il suo nome. La reputazione di San Nicola come dispensatore di doni e protettore dei bambini è legata a due episodi leggendari: quello in cui il Santo salvò tre sorelle dalla prostituzione,donando in maniera anonima tre sacchi d’oro al padre che potè, così, pagare i suoi debiti e dare una dote alle figlie; il fatto che il Santo abbia resuscitato tre bambini, fatti a pezzi e serviti come cibo ai clienti del proprietario di una locanda.
La Riforma protestante, a partire dal 500, abolì il culto dei Santi in gran parte dell’Europa del Nord, quindi chi avrebbe portato i doni? Nel mondo germanico, ad esempio, presero vita figure a metà tra folletti e demoni. Alcuni di questi, come i Krampus, servivano da aiutanti dello stesso San Nicola. In altri casi, il ricordo del Santo sopravvisse nel nome: Ru-klaus (Nicola il rozzo); Aschenlas (Nicola di cenere); Pelznickel (Nicola il peloso). Erano loro a garantire che i bambini facessero i buoni, minacciando di frustarli o, addirittura, di rapirli. Gli immigrati nord-europei portarono con sé queste leggende quando fondarono le prime colonie nel nuovo mondo. Gli Olandesi, affezionati a San Nicola, diffusero il suo nome, Sinterklaas. Nei primi decenni dell’800, diversi poeti e scrittori cominciarono a impegnarsi per trasformare il Natale in una festa di famiglia, recuperando anche San Nicola. Già in un libro del 1809, Washington Irving immaginò che il Santo passasse sui tetti con il carro volante, portando regali ai bimbi buoni.
Fu poi la volta di un libretto anonimo in versi, “The Children’s Friend” con la prima vera apparizione di Santa Claus, vestito nelle pellicce tipiche dei buffi portatori di doni germanici, privato di qualsiasi caratteristica religiosa; col carro trainato da una sola renna e in grado di infliggere punizioni ai bimbi cattivi. Le renne divennero 8 e il carro una slitta nella poesia “A visit from St Nicholas” , scritta nel 1822 da Clement Clark Moore per i suoi figli ma diventata subito virale Solo verso la fine del secolo, grazie alle illustrazioni di Thomas Nast, grande disegnatore e vignettista poltiico, si impose la versione standard, consacrata, tempo dopo, nella pubblicità della Coca Cola del 1931, grazie alla penna dell’illustratore Haddon Sundblom, in cui Babbo Natale apparve con le fattezze di un signore panciuto, vestito di rosso, allegro, rubicondo, con la barba bianca ed il suo caratteristico pellicciotto bianco. Fu lui a colonizzare la storia, diventando un autentico mito e, come tale, intramontabile!