Ambiente, i ricercatori trovano la carota di ghiaccio più antica di sempre: potrebbe contenere info preziosissime su oltre 600.000 anni fa

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La più antica carota di ghiaccio mai estratta nelle regioni polari potrebbe contenere ghiaccio formatosi durante l’Età della pietra, più di 600.000 anni fa. I ricercatori di Stati Uniti e Cina stanno ora studiando il ghiaccio – lungo quasi quanto l’altezza dell’Empire State Building – per mettere insieme una delle più lunghe ricostruzioni di sempre della storia climatica della Terra.

Quello che hanno scoperto finora fornisce la prova drammatica di un recente e rapido aumento delle temperature su alcune delle cime montuose più alte e fredde del mondo. I ricercatori hanno riferito che c’è stato un persistente aumento delle temperature e delle precipitazioni sui Monti Kunlun in Tibet durante gli ultimi secoli. Il cambiamento è più evidente sulla calotta di ghiaccio di Guliya, dove è stata estratta l’ultima carota di ghiaccio. In questa regione, la temperatura media è cresciuta di 1.5 gradi Celsius negli ultimi 50 anni e le precipitazioni medie sono cresciute di 2.1 millimetri ad anno negli ultimi 25 anni.

Secondo Lonnie Thompson, professore del dipartimento di Scienze della Terra presso l’Ohio State University e co-leader del team internazionale di ricerca, ha dichiarato che le carote di ghiaccio dimostrano che il riscaldamento sta avvenendo e che sta già avendo effetti nocivi sulle riserve di ghiaccio di acqua dolce della Terra.

“Il rilascio di acqua creato dallo scioglimento dei ghiacci del Terzo Polo, insieme a quello proveniente dall’Artico e dall’Antartico, è stato riconosciuto come importante contributo all’innalzamento globale del livello del mare. Il persistere del riscaldamento in queste regioni porterà ad ulteriori scioglimenti di ghiaccio con la probabilità di conseguenze ambientali disastrose”, ha evidenziato il glaciologo Yao Tandong.

scioglimento ghiacciaiCon “Terzo Polo” ci si riferisce ai ghiacciai localizzati sull’Altopiano tibetano e sull’Himalaya, sulle Ande in Sud America e sul Kilimanjaro in Africa, tutti studiati dal team di ricerca. Di particolare interesse per i ricercatori è la proiezione dell’aumento più rapido delle temperature future ad alte altitudini rispetto al l’aumento a livello del mare. Si prevede che il riscaldamento a livello del mare raggiungerà i 3 gradi Celsius entro il 2100, e forse li raddoppierà, mentre raggiungerà i 6 gradi Celsius presso le montagne più alte a basse latitudini.

Secondo Thompson, più alta è l’elevazione, più alto sarà il tasso di riscaldamento. Nel mondo ci sono centinai di milioni di persone che dipendono da ghiacciai ad alta altitudine per le loro riserve d’acqua. La calotta di ghiaccio della Guliya è uno dei depositi di ghiaccio dell’Altopiano del Tibet che fornisce acqua dolce all’Asia centrale, meridionale e sudorientale. Thompson ha affermato che ci sono 46.000 ghiacciai in quella parte del mondo, che sono anche fonte per i principali fiumi.

Nei prossimi mesi il team analizzerà gli elementi chimici della carota di ghiaccio, formata da strati di ghiaccio e neve che si sono accumulati sui Monti Kunlun anno dopo anno. In ogni strato, il ghiaccio cattura elementi chimici dall’aria e dalle precipitazioni durante le stagioni. I ricercatori cercheranno prove dei cambiamenti delle temperature causati da modelli di circolazione oceanica sia nel Nord Atlantico sia nell’Oceano Pacifico tropicale, che insieme ai monsoni indiani regolano le precipitazioni in Tibet. Per esempio, un importante elemento che influenza le temperature globali, El Niño, lascia la sua impronta chimica nella neve che cade sui ghiacciai tropicali.

I ricercatori sperano che il loro lavoro sveli i collegamenti che esistono tra la perdita di ghiaccio nei ghiacciai tropicali e i processi climatici che avvengono sul pianeta.

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