L’88% degli Italiani si mette a tavola con gli avanzi rimasti sulle mense imbandite per cenoni e pranzi di Natale che vengono riutilizzati in cucina anche per una crescente sensibilità verso la riduzione degli sprechi per motivi economici, etici e ambientali. E’ quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Ixe’ divulgata nel giorno di Santo Stefano dalla quale si evidenzia che solo il 7% delle famiglie dichiara che non avanza niente mentre il 2% dona in beneficenza e l’1% butta nel bidone e il resto non risponde. Secondo la Coldiretti ammonta ad almeno mezzo miliardo il valore di cibi e bevande programmati e non consumati sulle tavole degli Italiani. Polpette o polpettoni a base di carne o tartare di pesce sono una ottima soluzione per recuperare il cibo del giorno prima, ma anche le frittate possono dare – sottolinea la Coldiretti – un gusto nuovo ai piatti di verdura o di pasta, senza dimenticare la ratatouille. La frutta secca in più può essere facilmente caramellata per diventare un ottimo “torrone”, mentre con quella fresca si ottengono pasticciate, marmellate o macedonie. E per dare un nuovo sapore ai dolci piu’ tradizionali, come il pandoro o il panettone, si ricorre spesso alla farcitura con creme. Recuperare il cibo è una scelta che – continua la Coldiretti – fa bene all’economia e all’ambiente anche con una minore produzione di rifiuti. Per il tradizionale appuntamento del Natale con la tavola che l’86% degli italiani ha trascorso a casa sono stati spesi – conclude la Coldiretti – 2,5 miliardi di euro, il 10% in più rispetto allo scorso anno. A prevalere è stato il Made in Italy sulle tavole dove si sono affermati – conclude la Coldiretti – il bollito, i polli arrosto, i cappelletti in brodo, le pizze rustiche e i dolci fatti in casa, con il record di una media di 3,3 ore trascorse in cucina per la preparazione dei piatti.