Natale: ecco perché si celebra proprio il 25 dicembre

MeteoWeb

I Vangeli collocano la nascita di Gesù in un periodo storico preciso,  il regno di Erode il grande,  ma non offrono riferimenti a una data. E nei primi due secoli non risulta nemmeno che i cristiani celebrassero il Natale: non compare nell’elenco delle feste compilato da Ireneo nel II secolo, mentre un altro grande teologo dell’epoca – Origene – ironizzava sui compleanni come pratica pagana. Il primo riferimento a una presunta data di nascita di Gesù affiora intorno all’anno 200 in uno scritto di Clemente di Alessandria, che cita due scuole di pensiero, nessuna delle quali, però, legata al giorno che noi associamo al Natale: secondo alcuni cristiani – dice infatti Clemente – Gesù sarebbe nato il 28 agosto per altri il 20 maggio. Solo a partire dal IV secolo si affermano le due date che oggi conosciamo: il 25 dicembre per le Chiese d’Occidente e il 6 gennaio per i cristiani d’Oriente. Perché il 25 dicembre?

L’ipotesi più accreditata fa riferimento alla festa pagana del «Sole vittorioso», a cui l’imperatore Aureliano aveva dedicato un tempio il 25 dicembre del 274. Si trattava di un culto venuto dall’Oriente, ricordato nella data di allora del solstizio d’inverno, quando la luce solare cominciava a farsi più viva (Natalis Solis Invicti). Questa “eliolatria” (adorazione del sole) aveva trovato un grande favore popolare e l’autorità imperiale ne sfruttava il culto, piegandolo alla devozione verso l’imperatore (la parola natalis indicava anche i giorni della sua apoteosi, con l’assunzione della porpora). Un collegamento tra festa pagana e culto imperiale lo troviamo anche in Oriente, dove si celebrava il solstizio d’inverno il 6 gennaio, sotto l’idea di manifestazione (epiphania) del sole. Epifania era anche l’apparizione del Dio in favore degli uomini come pure la salita al trono del re o la sua entrata trionfale in una città. Nei territori dell’Impero, dunque, abbiamo una festa largamente diffusa, legata al culto pagano del sole che trionfa e sfruttata dal potere imperiale. Di fronte a questa realtà, la Chiesa in espansione scelse di “cristianizzare” il sentimento religioso diffuso. Vi era il sostegno di alcuni passi biblici, già interpretati in senso cristologico come la profezia sul «sole di giustizia che sorgerà con raggi benefici» (Mal 3,20) o il salmo 18,6 («Là pose una tenda per il sole che esce come sposo dalla stanza nuziale»), insieme alla teologia giovannea su Gesù luce del mondo (Gv 1,9; 8,12).

Abbiamo già un’immagine del Cristo-sole sul suo carro trionfale, che risale alla metà del III secolo, in un mosaico cristiano del mausoleo della gens Giulia nel cimitero del Vaticano. Di fronte al diffuso culto pagano, la Chiesa propose ai fedeli l’adorazione del vero Sole, il Signore Gesù, nel giorno della sua nascita al mondo. L’operazione trovò l’appoggio dell’imperatore Costantino per ovvi motivi politici. Esiste però anche una seconda ipotesi, più legata a una visione teologica: secondo alcuni studiosi il punto di partenza sarebbe la data della morte di Gesù, che i Vangeli collocano al 14 del mese di nisan del calendario ebraico. Secondo i calcoli di Tertulliano,  altro grande teologo cristiano vissuto tra il II e il III secolo, nell’anno della morte di Gesù sarebbe coinciso con il 25 marzo. Così, a partire dell’idea (tipica del mondo antico) secondo cui l’inizio e la fine si ricollegano, a quella data i cristiani avrebbero cominciato ad associare anche il concepimento di Gesù, con la memoria dell’Annunciazione dell’angelo a Maria. Come conseguenza la data del 25 dicembre sarebbe stata associata al Natale calcolando i nove mesi della gestazione.

Condividi