Santa Lucia, protettrice di ciechi, oculisti, elettricisti e scalpellini, viene invocata nelle malattie agli occhi. Protettrice della vista, dei non vedenti, di miopi, astigmatici e di tutti coloro che soffrono di problemi visivi, patrona dell’Arcidiocesi di Siracusa, dell’Arcidiocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela e di numerose località italiane e del mondo, ha come attributi iconografici la lanterna accesa o un cero, due o più occhi sopra un piatto o all’estremità di uno stelo che lei stessa regge come un fiore, la palma, elemento comune a tutti i Santi martirizzati, fin dalle origini emblema di vittorie militari, simbolo di ascensione, rigenerazione e immortalità; la corona, simbolo del martirio subito, sia in senso tradizionale, fatta d’oro, che come corona floreale o ghirlanda, spesso di rose, posta sul capo dei martiri, a volte, in varie raffigurazioni artistiche.
Tanti i proverbi su Santa Lucia: “Da Santa Lucia il freddo si mette via”; “Santa Lucia con il fango, Natale all’asciutto”, “Da Santa Lucia a Natale il dì s’allunga quanto un passo di cane”. Si dice anche: “Santa Lucia, il giorno più corto che ci sia”; “Per Santa Lucia e per Natale, il contadino ammazza il maiale”; “Per Santa Lucia il giorno corre via”; “A Santa Lucia un chicco (cuecciu) di cuccia”; “Santa Lucia, vorrei del pane ma pane non ho, digiuno mi sto”.Ed ancora: “Per Santa Luzì la fira i fa, e al ragàzi ai raghéz la piè a gli dà” (Per santa Lucia fanno la fiera e le ragazze ai ragazzi danno la piada), “ S. Lucia mia, arbimi l’uocchi e nun farmi accecà”; Santa Lucia, prima di chioviri lampìa”, “Dice Lucia al papà cortese, secondo le entrate fai le spese”, “ Da S. Lucia a Natali tririci jorna nun li cuntari”; “Di la ‘Mmaculata a S. Lucia un passu di cuccivia” (allodola); “A S. Lucia la dì cresce’na pidata di gaddi”, “ S. Lucia, al genere umano, del ciel variegato di luci, mostra la via”.