Al Polo Nord il solstizio d’inverno passa inosservato: il motivo è che il Circolo Polare Artico si trova del bel mezzo della cosiddetta “Notte polare“. Si tratta di un periodo senza Sole e di totale oscurità (da non confondere quindi con il crepuscolo polare che avviene più a sud).
La Notte Polare interessa un’area che si estende gradualmente: inizialmente coincide con il polo per poi arrivare fino al circolo polare, per poi ridursi al polo prima di cessare (ciò nell’arco di 6 mesi). Mentre nell’emisfero boreale si verifica tra l’equinozio di settembre e quello di marzo (con culmine d’estensione durante il solstizio d’inverno di dicembre, quando arriva fino al circolo polare artico), nell’emisfero australe si verifica tra l’equinozio di marzo e quello di settembre (culmine di estensione fino al circolo polare antartico durante il solstizio di giugno).
Un’oscurità così prolungata crea condizioni proibitive per la vita: impedisce la fotosintesi, fonte di energia per molti organismi, e favorisce un clima gelido, con temperature che anche di giorno restano sotto lo zero.
L’assenza continua di luce solare rende quasi impercettibile l’escursione termica tra le ore notturne e quelle diurne.