Tumori del naso: esposizione ad agenti cancerogeni, nelle Marche 112 casi certi in 30 anni

MeteoWeb

Dal 1986 al 2016 nelle Marche 182 persone si sono ammalate di tumore delle cavità nasali e dei seni paranasali, con un aumento dell’incidenza nel periodo compreso tra il 2010 e il 2016 quando sono state segnalate 67 nuove diagnosi. In 112 casi le neoplasie in questione sono riconducibili all’esposizione professionale ad agenti cancerogeni quali le polveri di cuoio e di legno, che si trovano principalmente nei distretti della calzatura nel Fermano e Maceratese e del legno nel Pesarese e Maceratese.

Lo rivelano i dati raccolti nel rapporto 2016 del Registro nazionale tumori naso sinusali, che sono stati illustrati questa mattina, al Mercure Hotel di Pesaro, nel convegno “Le Patologie di Confine tra Neurochirurgia – Orl – Oftalmologia”, organizzato da Letterio Morabito, direttore dell’Unità di Neurochirurgia degli Ospedali Riuniti Marche Nord.

Da sinistra Alessandro Ducati, direttore del dipartimento di Neuroscienze e Salute mentale delle Molinette di Torino, Letterio Morabito e Roberto Calisti, referente del Cor Marche per il Registro nazionale tumori

Per i tumori maligni del naso e dei seni paranasali – spiega il dottor Morabito, curatore scientifico dell’evento insieme a Giuseppe Migliori e Giacomo Pellegrini, rispettivamente a capo delle Unità di Otorinolaringoiatria e Oculistica del San Salvatore – le probabilità di sopravvivenza a cinque anni, con una diagnosi tempestiva e un’asportazione precoce, sono di circa il 70%. Si tratta di neoplasie rare, ma relativamente frequenti tra i lavoratori esposti all’inalazione di alcuni agenti chimici, dalle quali si può guarire se prese in tempo. Fondamentale in questo senso è la collaborazione tra specialisti. Solo unendo gli sforzi è possibile individuare il miglior approccio chirurgico per salvare la vita al paziente. Proprio questo è il senso e l’obiettivo del convegno, importante occasione di confronto sulla complessità delle attività necessarie a trattare le patologie al confine tra la neurochirurgia, l’otorinolaringoiatria e l’oculistica. Un utilissimo momento di scambio di idee ed approcci tra i tanti specialisti presenti, compresi endocrinologi e radioteraposti, ciascuno dei quali  ha offerto il proprio contributo sul trattamento di queste malattie”.

Da sinistra Letterio Morabito, Gabriele Polonara, direttore del dipartimento di Neuroradiologia dell’Azienda Ospedali Riuniti di Ancona e Carlo Sprovieri, primario di Oculistica dell’ospedale Murri di Fermo

Dal report sui tumori delle cavità nasali e dei seni paranasali, elaborato da Roberto Calisti e Cristiana Pascucci, referenti del Cor Marche per il Registro nazionale tumori naso sinusali, emerge come la natura professionale del cancro sia stata accertata nell’80% delle diagnosi. Ci sono poi 12 casi per i quali il ruolo delle esposizioni in ambito lavorativo è solo ipotizzabile ed altri al centro di approfondimenti per identificarne l’origine, al momento sconosciuta. Tra questi ultimi spiccano tre casi di carcinoma sviluppatosi in età giovanile e 8 casi di insegnanti di un gruppo di scuole elementari e medie, situate in una zona circoscritta in provincia di Ascoli Piceno.

Il 58% delle diagnosi certe è stato riscontrato nel settore della fabbricazione di articoli in pelle e pelliccia; seguono l’industria del legno e della fabbricazione del mobile e le attività di agricoltura, silvicoltura e lavori forestali.

Nel rapporto emerge, infine, come nel 50% dei casi di tumori naso sinusali di natura professionale certa la causa sia riconducibile all’inalazione di polveri di cuoio, nel 25% all’esposizione alle polveri di legno, mentre i solventi sono collegati all’11% delle diagnosi.

Il censimento dei tumori del naso e dei seni paranasali è solo uno degli argomenti affrontati nel convegno, che ha posto l’attenzione sulle tecniche chirurgiche più appropriate per trattare i neurinomi del nervo acustico, tra i tumori intracranici più frequenti, i tumori dell’ipofisi, dell’orbita e i meningiomi delle vie ottiche, della fossa cranica posteriore e del cervelletto. Tutte patologie, di origine cancerogena o infiammatoria, che coinvolgono spesso otorini e neurochirurghi in un complesso iter diagnostico e di chirurgia.

Al convegno hanno partecipato specialisti provenienti da tutta la regione e da alcuni prestigiosi centri d’Italia, come il professor Alessandro Ducati, direttore del dipartimento di Neuroscienze e Salute Mentale delle Molinette di Torino.

Condividi