Ambiente: combustibili marini più puliti possono ridurre l’asma infantile e le morti premature associati all’inquinamento dell’aria

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Una nuova analisi suggerisce che combustibili marini più puliti e contenenti meno zolfo dimezzeranno il numero dei casi di asma infantile associati all’inquinamento dell’aria prodotto dal trasporto marittimo. Tuttavia, ciò comporta dei compromessi per il cambiamento climatico, poiché la riduzione degli aerosol elimina l’effetto di raffreddamento radiativo che hanno, suggerendo che le politiche di inquinamento atmosferico e di mitigazione del clima dovrebbero andare di pari passo.

Le navi emettono aerosol di solfato, che sono dannosi per la salute umana e per gli ambienti acquatici e terrestri. Lo studio rileva che negli ultimi anni si sono registrate circa 400.000 morti premature per cancro al polmone e malattie cardiovascolari dovute all’inquinamento prodotto dal trasporto marittimo e sono stati circa 14 milioni i casi di asma infantile all’anno. Allo stesso tempo, però, questi aerosol raffreddano anche il clima attraverso i loro effetti radiativi.

Nel tentativo di risolvere questo problema, l’Organizzazione marittima internazionale delle Nazioni Unite (IMO) ha proposto di ridurre il contenuto di zolfo dei combustibili utilizzati per il trasporto marittimo allo 0.5% entro il 2020, rispetto all’attuale 3.5%. Solo in Italia, secondo l’ISPRA, nel 2014 il trasporto marittimo è stato causa di 22.403 tonnellate di emissioni di ossidi di zolfo.

James Corbett e i suoi colleghi presentano una valutazione globale dei benefici per la salute e delle conseguenze sul clima derivanti dall’attuazione di questi standard. Secondo lo studio, combustibili più puliti ridurranno la morti premature legate al trasporto marittimo del 34% fino a 266.300 casi dai 403.300 su scala globale e l’asma infantile ad esso associata del 54%, da 14 milioni di casi all’anno a 6.4 milioni.

inquinamento ariaTuttavia, l’impatto positivo per la salute dei nuovi standard di combustibili più puliti sarà accompagnato da una riduzione dell’80% del raffreddamento radiativo degli aerosol. Per questo motivo, le politiche internazionali dovrebbero considerare in maniera congiunta anche la riduzione dei gas serra e dell’inquinamento dell’aria.

C’è da aggiungere che lo studio in questione presuppone che il 100% degli armatori rispetti gli standard imposti per ottenere i benefici per la salute illustrati. Ma si stima che il tasso di non conformità possa raggiungere il 30-40%, soprattutto nei paesi membri dell’OPEC (Organization of the Petroleum Exporting Countries), che producono in gran parte petrolio ricco di zolfo e che vedranno il loro mercato danneggiato dall’attuazione della nuova normativa.

Per esempio, l’Arabia Saudita sta facendo pressione sull’IMO affinché’ ritardi l’attuazione della nuova normativa dallo stesso giorno in cui è stato pubblicato il documento che la delinea. Il Paese chiede che venga istituita una fase di transizione. L’Arabia Saudita crede che rispettare tale limite entro il 2020 non sarà un compito facile, soprattutto a causa degli alti costi necessari a trasformare le raffinerie, che attualmente producono grandi volumi di combustibili, affinché realizzino prodotti distillati. I costi stimati per la trasformazione di ogni raffineria raggiungono circa un miliardo di dollari.

Tuttavia, i Paesi europei non condividono una simile linea e si oppongono allo spostamento della data del 2020. Di tutto questo si discuterà in un importante incontro dell’IMO che si terrà a Londra ad aprile, dove i Paesi dovranno trovare l’accordo per frenare l’impatto del trasporto marittimo sul clima. Tale accordo avrà anche notevoli benefici per la salute umana se in linea con l’accordo di Parigi e se l’industria deciderà di implementarlo.

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