Una recente scoperta riguardante la stella So-2 potrebbe fornire un aiuto agli astronomi impegnati nelle misurazioni connesse alla Teoria della Relatività Generale di Einstein. Fino ad oggi, si riteneva che So-2 fosse parte di un sistema binario, che prevede la presenza di due stelle che orbitano l’una intorno all’altra. Lo studio – condotto da un team di scienziati dell’Ucla delle Hawaii – ha invece reso noto che So-2 non ha nessun partner o almeno, non ha una compagna abbastanza massiccia da ostacolare le misurazioni connesse alla teoria della relatività. I ricercatori – spiega Global Science – hanno effettuato alcune misurazioni spettroscopiche sulla stella utilizzando lo spettrografo installato sul W.M. Observatory di Maunakea, Hawaii.
«Abbiamo effettuato per la prima volta analisi spettroscopiche su So-2 – commenta Devin Chu, autore principale della ricerca – questo studio conferma che la stella non influirà sulle nostre capacità di misurazione del redshift gravitazionale». La Teoria della Relatività Generale di Einstein, prevede che la luce proveniente da un forte campo gravitazionale sia evidente nello spostamento verso il rosso (redshift). I ricercatori prevedono di riuscire a misurare direttamente questo fenomeno a partire da questa primavera, quando So-2 si avvicinerà al buco nero supermassiccio al centro della Via Lattea.
Questo evento permetterà di osservare la stella che viene trascinata alla massima forza gravitazionale, la prima misura di questo genere. Nel dettaglio, gli scienziati sono interessati ad analizzare il comportamento di So-2 sotto la spinta violenta del buco nero e a verificare se la stella seguirà la teoria di Einstein o sfiderà le attuali leggi della fisica, ponendo nuovi interrogativi sull’argomento. Lo studio inoltre, pone un secondo interrogativo sui vicini di So-2: le stelle nel cluster S-Star. La presenza di stelle così giovani nelle immediate vicinanze del buco nero al centro della nostra galassia, è insolita e il loro processo di formazione è ancora avvolto dal mistero.