“Circola un messaggio sbagliato e cioè che la gravidanza si decide e si ottiene quando si vuole. I casi di donne di 48-50 anni che diventano madri vengono riportati con esaltazione. Viceversa manca ancora un corretto flusso di informazione rivolto alla donne sulle loro chance riproduttive“: lo ha dichiarato Filippo Maria Ubaldi, ginecologo, direttore clinico del Centro Genera della clinica Valle Giulia di Roma e componente della Società italiana di fertilità e sterilità e medicina della riproduzione (Sifes-Mr), in riferimento ai dati Istat sul calo record delle nascite in Italia. “Oggi nei nostri centri l’85% dei pazienti ha più di 35 anni, ma sono moltissime le coppie con più di 40 anni. Dobbiamo spiegare loro che, ad esempio, a 43 anni la donna per ottenere un embrione sano da impiantare ha bisogno di produrre 30 ovociti, quando in un ciclo di stimolazione se ne possono ottenere 3-4 sani. Anche con le tecnologie più avanzate non si può invertire questa tendenza: la possibilità di concepire a quell’età è aneddotica. Insomma, è qualcosa di drammatico: possiamo mettere a disposizione tutta la scienza possibile, ma non siamo in grado di eliminare gli errori cromosomici degli ovociti“. “A partire dalle ragazze più giovani tutte dovrebbero sapere che i figli si devono fare, idealmente, prima dei 30 anni, e che non si possono più fare, fisiologicamente, dopo i 42-43 anni. Una ragazza di 25 anni deve sapere che o fa un figlio subito, al massimo nell’arco di pochi anni, oppure dovrebbe scegliere di congelare i suoi ovuli per ottenere una gravidanza più in là con l’età, utilizzando in questo modo i suoi gameti, giovani. Purtroppo si deve ancora lavorare molto sotto questo profilo: andrebbero avviate iniziative di informazione e formazione a livello di scuole, per far capire che la gravidanza non si può procrastinare più di tanto“.