As You Sow, organizzazione non profit, e Corporate Knights, azienda di prodotti multimediali, di ricerca e di informazioni finanziare, hanno pubblicato la classifica Clean200, un ranking delle 200 migliori società quotate in borsa in tutto il mondo sulla base dei loro ricavi totali derivanti dall’energia pulita secondo le valutazioni della Bloomberg New Energy Finance (BNEF). Nella classifica dominano le società cinesi, 68, seguite da quelle americane, 35. Giappone (21), Corea del Sud (7) e India (7) risultano tra i primi 6 paesi, mentre a livello europeo spiccano Germania (9), Svezia (5), Regno Unito, Danimarca, Irlanda, Spagna (tutte con 4 società a testa), più Olanda, Svizzera e Francia.
Bisogna scorrere fino al 58° posto per trovare l’unica società italiana citata nella classifica. Questo dato fa capire come le società italiane quotate in borsa non traggano ricavi dall’energia pulita e come, in linea più generale, l’Italia non sia tra i Paesi più impegnati sul fronte della finanza sostenibile.
Questa classifica è stata stilata per la prima volta nell’agosto 2016 ed include tutte quelle aziende che hanno una capitalizzazione di mercato superiore a 1 miliardo di dollari e che guadagnano oltre il 10% dei loro ricavi totali da fonti rinnovabili. Dal 2016, le aziende di Clean200 hanno generato un rendimento totale del 32.1%, più del doppio dell’indice di riferimento sui combustibili fossili di S&P 1200 Global Energy (15.7%). Le aziende che contribuiscono di più alle performance positive di Clean200 sono coinvolte nell’erogazione di prodotti, materiali e servizi legati all’efficienza energetica.
Andrew Behar, CEO di As You Know, dichiara: “Le forze di mercato continuano a mostrare che la nuova economia energetica non è solo un settore in crescita, ma continua a migliorare le performance dell’energia che si basa sui combustibili fossili. Stiamo assistendo alla “Grande Transizione” che è stata prevista”. Mentre le performance delle riserve di combustibili fossili ristagnano, l’energia pulita sta decollando. Il mondo in questo momento sta aggiungendo il doppio della capacità di energia pulita rispetto a carbone, petrolio e gas insieme, secondo la BNEF, ed entro il 2030 si aggiungerà il 70% di capacità di energia globale rinnovabile.
Secondo McKinsey, azienda di consulenza gestionale, nei prossimi 10 anni la crescita della domanda di petrolio si appiattirà a causa di tecnologie competitive, come le auto elettriche. I prezzi delle batterie sono scesi del 35% lo scorso anno e le vendite di auto elettriche sono salite del 60%. Entro il 2022, BNEF stima che i veicoli elettrici avranno lo stesso prezzo della loro controparte a combustione interna e se la crescita continuerà all’attuale tasso, la sostituzione del petrolio con auto elettriche raggiungerà i 2 milioni di barili al giorno entro il 2023. Nell’ultimo anno, quasi tutti i principali produttori di auto hanno annunciato importanti investimenti in un futuro elettrico, come Volkswagen, Toyota, Daimler e Volvo, con Cina e India che annunciano l’ambizione di eliminare le auto alimentate da combustibili fossili entro il 2030.
Niente di tutto questo lascia presagire una fine imminente dell’era dei combustibili fossili, ma suggerisce una sua fine come mercato di crescita a lungo termine e l’inizio di un’espansione di lungo periodo della domanda di energia pulita.