Immaginate un Super-Treno che collega l’Italia dall’estremo Nord all’estremo Sud in appena un’ora e mezza, con ben cinque fermate: partenza da Milano, soste a Firenze, Roma, Napoli e Messina, arrivo a Palermo e viceversa. Una prospettiva straordinaria e futuristica che può diventare realtà, ovviamente con il Ponte sullo Stretto ma soprattutto grazie alla tecnologia Hyperloop (levitazione magnetica) con cui Elon Musk ha già avviato la grande rivoluzione dei trasporti del futuro. Si tratta di un treno senza ruote capace di viaggiare a mille chilometri orari.
Il nuovo tassello è arrivato dall’Italia grazie ad un gruppo di inventori veneti e toscani: si chiama Ironlev ed è un innovativo brevetto presentato a Spresiano, nel trevigiano, dove ha sede uno dei partner di IronBox, la società che ha realizzato il progetto sull’asse Pisa-Treviso da una sintesi di talenti tra Girotto Brevetti, società veneta della meccatronica, e Ales Tech, una start-up fondata da ex studenti di ingegneria meccanica della scuola “Sant’Anna” dell’universita’ di Pisa, già in lizza per la creazione delle sospensioni del treno iperveloce Hyperloop.
Ironlev è un treno a levitazione magnetica “passiva”, ossia che non richiede impiego di energia elettrica per la generazione del campo necessario a distaccare le carrozze dalle rotaie.
Una delle prime sfide ingegneristiche da superare, ovviamente, è quella degli attriti. In uno schema ideale si stima che, se fosse possibile togliere le ruote ad un treno e sostituirle con pattini che scivolino sui binari senza però toccarli, si risparmierebbe già un 30% di energia che normalmente va dispersa nel rotolamento. Insieme si otterrebbe una riduzione del rumore e dello stress a carico delle rotaie. E se esistono già, come in Giappone, sistemi di trasporto collaudati che si muovono sul cuscinetto magnetico, la novità italiana sta nella sua caratteristica di funzionare in modo passivo. Per sollevare il treno dalle rotaie, in sostanza, non serve energia perchéil campo magnetico sufficiente si crea “gratuitamente”, piazzando sistemi simili a grosse calamite le quali, respingendo il ferro dei binari della rete ordinaria, azzerano il contatto fra vetture e suolo. “Per raggiungere le velocità di Hyperloop – riconoscono gli ideatori – occorrono infrastrutture dedicate, cioè condotte tubolari depressurizzate per abbattere la resistenza aerodinamica. Ma un importante tassello del puzzle lo abbiamo già realizzato e non è detto che lo si possa applicare solo ai trasporti su rotaia“.
L’innovazione è che questa tecnologia consentirebbe di continuare ad utilizzare e valorizzare gli oltre 1,5 milioni di km di ferrovie già installati nel mondo, trasformando le ruote dei vagoni in pattini a levitazione magnetica, con enormi risparmi in termini costi di manutenzione delle rotaie, senza dover realizzare linee nuove. E i tempi non sono esagerati: i ricercatori hanno spiegato che con le risorse necessarie, in un paio di anni riuscirebbero a lanciare il primo prototipo.
Milano e Roma, così, potrebbero essere collegate in appena 30 minuti, mentre da Roma a Reggio Calabria ci vorrebbero circa 40 minuti. In caso di Ponte sullo Stretto, Roma e Palermo si avvicinerebbero così tanto da collegarsi in meno di un’ora.