I Giochi Olimpici invernali di PyeongChang, che partiranno il 9 febbraio, sono stati celebrati dagli organizzatori come l’evento sportivo più ecologico di sempre. Mettendo da parte le qualifiche green dell’evento in sé, però, le comunità locali e i gruppi ambientali stanno sottolineando l’ipocrisia dello slogan che esalta l’ecologia, dal momento che nella provincia saranno costruite 4 centrali a carbone subito dopo la fine dell’evento. Altre 4 centrali da poco costruite nella provincia di Gangwon, che ospita i Giochi, hanno già causato numerosi problemi di salute e ambientali e, se altre 4 saranno costruite così come pianificato, saranno devastanti per la vita dei cittadini.
La nuova amministrazione di Moon Jae-in ha promesso di impegnarsi nella fase di transizione dalle fonti di energia convenzionali, come carbone e nucleare, a quelle rinnovabili, con l’obiettivo di raggiungere il 20% entro il 2030. Attualmente le centrali nucleari e a carbone producono rispettivamente circa il 30% e il 40% dell’energia elettrica. Sembra che il governo veda PyeongChang come una chance per dimostrare che si sta muovendo nella giusta direzione per combattere il cambiamento climatico, assicurando di pubblicare informazioni sulle emissioni di gas serra e sulla qualità dell’aria e dell’acqua in maniera trasparente.
Tuttavia, questi sforzi alla ricerca della sostenibilità sembrano non avere significato per i cittadini e i gruppi ambientalisti di fronte al progetto di costruire altri 4 impianti a carbone. Lee Yong-woo, 62 anni, originario di Samcheok, una città vicino PyeongChang, dichiara: “Siamo assolutamente infuriati. Hanno promosso PyeongChang come la location dei Giochi Olimpici ecologici, ma dietro le quinte hanno portato avanti il piano per costruire altre 4 centrali a carbone nella provincia di Gangwon”.
I cittadini hanno anche espresso le loro preoccupazioni sulla possibilità che gli impianti distruggano la vera bellezza della provincia, spesso rinominata come le “Alpi della Corea” per le sue bellissime montagne e i suoi incantevoli fiumi. Kim Joong-nam, presidente dell’Association of Gangneung Citizens against Coal, ha dichiarato: “Quello che mi preoccupa di più è che il governo è subito andato avanti con il progetto di costruire 4 nuovi impianti qui, dopo la fine dei Giochi Olimpici a marzo, quando nessuno presterebbe attenzione all’ecologia di PyeongChang e delle sue regioni vicine”. Secondo Kim, le nuove centrali danneggerebbero profondamente anche il turismo: “Chi vorrebbe visitare la regione per il turismo, se soffre di gravi problemi di inquinamento dell’aria?”.
Ma la Corea del Sud non costruisce solo impianti a carbone sul proprio territorio ma finanzia anche progetti in altri Paesi, come Vietnam e India. La Corea del Sud è, infatti, il terzo Paese del mondo, dietro Giappone e Cina, per il finanziamento internazionale di combustibili fossili.
I gruppi ambientalisti e le comunità locali hanno formato un’alleanza, chiamata “Alleanza anti-carbone della Corea” che include l’Association of Gangneung Citizens against Coal, la Samcheok Coalition of Citizens against Coal, la Korea Federation for Environmental Movements, Solutions for Our Climate, e Green Party Korea. L’alleanza chiede che il governo abbandoni il progetto delle 4 centrali per far fronte al cambiamento climatico, per combattere il problema delle polveri sottili e per passare alle energie rinnovabili.