Una delle storie mitologiche più romantiche e conosciute, metafora dell’eterna battaglia tra razionalità e istinto, tra cuore e cervello, è quella di Amore e Psiche, narrata da Apuleio nelle sue Metamorfosi. Psiche, fanciulla mortale di sublime bellezza, attira le invidie di Venere che, per punirla, manda da lei suo figlio Amore col compito di far innamorare la ragazza dell’uomo più brutto della terra. Amore, però, si innamora di Psiche e la porta nel suo palazzo, dove i due amanti arderanno di passione senza mai potersi vedere in faccia poiché, per evitare le ire di Venere, era stato imposto che i due si incontrassero sempre al buio. Un giorno Psiche, con una spada ed una lampada ad olio, decise, però, di guardare in faccia il suo amato che, così facendo, si ustionò. Psiche, allora, si consegnò a Venere che, furibonda, la sottopose ad una serie di terribili prove, al termine delle quali avrebbe finalmente potuto congiungersi con Amore. Aprendo l’ampolla di Proserpina, oggetto dell’ultima prova da superare, Psiche cadde in un sonno profondo dal quale però, venne risvegliata da Amore.
Un’altra storia d’amore della mitologia che colpisce per la forza dei sentimenti è quella di Orfeo e della sua sposa. Orfeo è un musicista, suona la lira come nessun altro sulla Terra. La sua bellissima sposa, la ninfa Euridice , è ammaliata dalla sua bravura ma deve guardarsi da un corteggiatore sgradito: Aristeo . Un giorno, mentre cerca di sfuggirli, Euridice viene morsa da un serpente e muore. Orfeo non si rassegna e scende negli Inferi dove la sua musica tocca perfino il cuore dei demoni che lo conducono dalla sua amata, mentre il dio Ade gli concede di riportarla sulla Terra ad una condizione: che Orfeo non si volti a guardare Euridice fino a che non saranno tornati alla luce del sole. Orfeo inizia a correre per poter riavere subito la sua sposa e la trascina con sé. Ma, a un passo dall’uscita dall’Aldilà Orfeo, che ha perso la mano del suo amore non resistendo alla tentazione, si volta. Euridice gli tende la mano, ma poiché il suo amato ha violato il patto con Ade, muore una seconda volta.
Altrettanto spettacolare la vicenda mitologica di Penelope e Ulisse, narrata da Omero nell’Odissea. Ulisse, partito per la guerra di Troia, venne atteso per anni dalla fedele moglie Penelope, la quale, minacciata dai Proci, promise che avrebbe contratto un nuovo matrimonio solo al completamento del sudario per Laerte. Penelope però, simbolo d’astuzia e di fedeltà femminile, di notte disfava la tela tessuta di giorno, in modo tale che il lavoro non avesse mai fine. L’obbiettivo era quello di non sposare un altro uomo, e di aspettare fedele il ritorno di suo marito Ulisse.In questa carrellata di miti più romantici di sempre, non possiamo non annoverare quello greco di Orfeo ed Euridice, narrato da Ovidio all’interno delle Metamorfosi. Orfeo, affranto per la morte della sua amata Euridice, decide di scendere nell’Ade con l’intento di riportarla in vita. Giunto davanti ad Ade e Persefone, Orfeo iniziò a suonare la lira e la sua soave melodia scatenò la commozione degli Inferi i quali concessero ad Orfeo di riportare Euridice nel regno dei vivi a patto però che questo non si girasse a guardarla fino a quando non fossero arrivati a destinazione. Orfeo prese così per mano Euridice e iniziò il cammino verso la vita ma, sospettoso di tenere solamente l’ombra della sua amata, si voltò prima del tempo e assistette per la seconda volta alla morte di Euridice.