San Giuseppe è considerato patrono dei padri di famiglia, come sublime modello di vigilanza e provvidenza, nonché della Chiesa universale, con festa solenne il 19 marzo. Egli, inoltre, è il patrono di artigiani, operai (come stabilito da Papa Pio XII), mentre Papa Giovanni XXIII gli affidò addirittura il Concilio Vaticano II. La tradizione vuole che sia il protettore di falegnami, ebanisti, carpentieri, pionieri, senzatetto, dei Monti di Pietà e relativi prestiti su pegno, oltre ad essere pregato, specie in passato, contro le tentazioni carnali. Il suo culto ha raggiunto in passato vette enormi di popolarità, al punto che moltissime chiese hanno dichiarato di possedere sue reliquie: es. la chiesa Notre-Dame di Parigi, custodirebbee gli anelli di fidanzamento, quello di Giuseppe e quello di Maria: la chiesa parigina dei Foglianti i frammenti di una cintura; Perugia il suo anello nuziale, Aquisgrana esporrebbe fasce o calzari che avrebbero avvolto le sue gambe e i camaldolesi della Chiesa di Santa Maria degli Angeli in Firenze dichiarano di essere in possesso del suo bastone.
Quanto alle rappresentazioni iconografiche: il bastone fiorito in mano, che indica una scleta divina, simbolo non di vecchiaia ma di elezione. Il bastone di Aronne è l’antenato pastorale dei vescovi, chiamati a guidare e difendere il loro gregge. Ma San Giuseppe appare anche spesso con un fiore, il giglio, simbolo di purezza, verginità, oltre che il totale affidamento a Dio. Tutta l’iconografia ruota attorno al suo ruolo di custode di Gesù ed egli viene ritratto in diversi atteggiamenti (di preghiera, custodia, premura, stupore, cura ecc). Circa i colori dei suoi vestiti: il viola della tunica è simbolo di risurrezione eterna, mentre il giallo del mantello di unione dell’anima a Dio. San Giuseppe appare spesso più come un nonno che come giovane padre di Gesù. Qualcosa cominciò a cambiare, nella sua rappresentazione, dopo il Concilio di Trento, quando gli artisti non lo ritrassero più come l’anziano genitore di Gesù, diventando, egli, un modello esemplare di virtù e silenziosa fatica.
Tanti i proverbi: “San Giuseppe frittillusu chi non frie fa lu musu”, “San Giuziepe, l’anguziel movo el bieche” (per San Giuseppe si possono pescare le aguglie grosse); “San Giusepp e compagnia/ smorza i ciar e cusì sia”, “San Giusep tira fora scarp e calzet”, “San Giuseppe frittellaio è un dì per metà festaio”.Ed ancora: “San Michel al porta ol candeler, San Giosep al la porta ‘n dre” ossia “San Michele, 29 settembre, porta il candeliere (dal cielo) e S. Giuseppe, 19 marzo, lo riporta indietro”, “Nu’ sfruculià ‘a mazzarella ‘e San Giuseppe”; “San Giüsepp l’è cap ad primavera”; “San Giuseppe ha la barba bianca” (può nevicare a San Giuseppe, il 19 Marzo).