Essere weather-ready, climate-smart e water-wise: questo il tema della Giornata Mondiale della Meteorologia che si celebra domani, 23 marzo. La ricorrenza è stata istituita nel 1961 dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale per attirare l’attenzione del grande pubblico sulla meteorologia e sulla climatologia che hanno conseguenze sulla quotidianità di tutti gli abitanti del pianeta.
“Nel 2014 l’ultimo rapporto dell’Ipcc, il comitato intergovernativo sul cambiamento climatico costituito dal Programma Ambiente delle Nazioni Unite insieme al Wmo, ha definito inequivocabilmente che i cambiamenti climatici, e la velocità senza precedenti con cui stanno avvenendo, vanno ricondotti prevalentemente alle attività umane. Per questo è necessario che istituzioni, scienziati ed esperti, mondo produttivo ed economico, semplici cittadini, insomma che tutta la popolazione sia consapevole del cambiamento climatico in atto e dei suoi effetti e agisca di conseguenza“, dichiara il generale Giuseppe Frustaci, direttore scientifico della Fondazione Omd, Osservatorio Meteorologico Milano Duomo.
La Giornata Mondiale è incentrata sul tema dell’essere weather-ready, preparati a reagire in maniera tempestiva di fronte a eventi meteorologici potenzialmente devastanti, in particolare attraverso la realizzazione di sistemi integrati di allerta precoce. Questi sistemi (fondati su: conoscenza del rischio complessivo a cui è esposta una popolazione; attività integrate di monitoraggio e prevenzione; comunicazione e propagazione delle allerte; reattività e capacità di risposta da parte della popolazione) devono essere appannaggio delle istituzioni, ma non possono prescindere dal coinvolgimento attivo del singolo. In Italia è il Servizio Nazionale di Protezione Civile a svolgere attività di previsione e prevenzione dei rischi. “Se da un lato abbiamo un elevato livello di conoscenza di un territorio complesso e vulnerabile come è quello italiano e siamo molto avanti nell’attività di previsione e prevenzione dei rischi meteo-idrogeologici e idraulici, dobbiamo lavorare ancora su altri aspetti, come l’efficace comunicazione delle informazioni e il loro corretto utilizzo“, afferma Filippo Thiery, meteorologo funzionario del Dipartimento Nazionale di Protezione Civile. “E’ necessario sensibilizzare sempre di più la popolazione sui pericoli e i rischi legati agli eventi meteorologici, a partire dal senso stesso di stare in allerta, e sollecitarla a reagire prontamente. Per questo l’opera di enti come la Fondazione OMD, che si impegna per diffondere la conoscenza delle nozioni di meteorologia e climatologia, dei programmi di educazione ambientale e dei protocolli comportamentali da adottare in caso di emergenza, è fondamentale per educare la cittadinanza alla cultura del rischio“.
L’essere weather-ready va affiancato dall’approccio climate-smart nello sfruttare le osservazioni meteorologiche, il monitoraggio ambientale e i sistemi previsionali per pianificare le misure più adatte a diminuire i quantitativi di gas serra prodotti e immessi nell’atmosfera. Infine la risorsa idrica va impiegata water-wise, gestendone la domanda a livello globale, non dimenticando gli effetti dell’innalzamento dei mari, di inondazioni, alluvioni e siccità.